Ultimo aggiornamento il 11 Settembre 2024 by Redazione
In un recente colpo di scena giuridico, il Tar del Lazio ha deciso di accogliere il ricorso presentato dagli imprenditori del settore della canapa, sospendendo così l’efficacia del decreto ministeriale che aveva incluso il cannabidiolo tra le sostanze stupefacenti a rischio abuso. Questo evento segna una tappa fondamentale per un’industria che negli ultimi anni ha visto una notevole espansione in Italia, suscitando anche discussioni accese sull’uso e la regolamentazione dei derivati della canapa. La decisione del Tar, quindi, non solo offre respiro a un settore significativo, ma alimenta anche il dibattito sulla legalizzazione e il riconoscimento delle potenzialità economiche della canapa industriale.
Accoglienza della richiesta da parte del Tar
Il Tar del Lazio ha accolto l’istanza cautelare presentata da un gruppo di avvocati – tra cui Dario De Blasi, Alberto Gava e Francesco, rappresentanti di Prestige Legal & Advisory – contro il Decreto Ministeriale emesso dal Ministero della Salute il 27 Giugno 2024. Questo decreto aveva deciso di catalogare i composti a base di Cbd nella lista dei medicinali potenzialmente nocivi, trattandoli come sostanze psicotrope o stupefacenti. La comunicazione ufficiale di Imprenditori Canapa Italia ha espresso una ”viva soddisfazione”, evidenziando l’importanza di questa pronuncia.
Il giudice amministrativo ha riconosciuto che l’applicazione del decreto avrebbe comportato un danno grave e irreparabile al settore canapicolo. Diverse sono le conseguenze che il provvedimento avrebbe potuto avere, da danni economici diretti a problematiche occupazionali, fino a potenziali implicazioni penali per gli operatori economici coinvolti. La decisione di sospendere il decreto si pone quindi come necessaria per proteggere un’industria che si basa su principi di legalità e sicurezza, evitando situazioni critiche.
L’affermazione di questa misura cautelare è vista come una vittoria non solo per gli imprenditori, ma per tutto il comparto della canapa industriale, ritenuto fondamentale in un periodo in cui si cercano soluzioni sostenibili e innovative per l’economia italiana.
Il parere esperto a favore del Cbd
Uno degli aspetti cruciali che hanno supportato la decisione del Tar è stata la relazione tecnica redatta dal Professor Ciallella, ex direttore dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università La Sapienza di Roma. Questa analisi ha messo in evidenza come il Cbd non generi dipendenza psicofisica e non produca effetti psicoattivi significativi, elementi che avrebbero potuto giustificare la sua inclusione tra le sostanze stupefacenti.
Il supporto scientifico ha avuto un peso determinante nel processo di valutazione da parte dei giudici. In questo contesto, Imprenditori Canapa Italia, con l’assistenza di Coldiretti Liguria, ha ribadito l’importanza del settore per l’economia locale, sottolineando come la regolamentazione appropriata del Cbd possa rappresentare un’opportunità strategica per rilanciare le aree rurali, oltre a offrire un supporto concreto alle piccole e medie imprese agricole.
La presenza di evidenze scientifiche a favore del Cbd sta ponendo una nuova riflessione nel dibattito pubblico, influenzando le opinioni e le politiche riguardanti la canapa e i suoi derivati. I dati emersi dalla relazione tecnica possono contribuire a un ripensamento delle normative vigenti, favorendo un approccio più favorevole e lungimirante.
Le reazioni del settore canapicolo
Dopo la sospensione del decreto, numerosi esponenti del settore hanno espresso la loro soddisfazione. Raffaele Desiante, presidente di Imprenditori Canapa Italia, ha dichiarato con entusiasmo che questa rappresenta un’importante occasione per tutelare il comparto della canapa industriale. Desiante ha evidenziato come questa sia la seconda volta che viene ottenuta la sospensione della decisione ministeriale, segnando un progresso decisivo nel riconoscimento delle potenzialità del Cbd.
Il leader del settore ha aggiunto che questo risultato dimostra l’infondatezza delle motivazioni dietro l’inserimento del Cbd tra le sostanze stupefacenti, invitando a una maggiore apertura nei confronti di un mercato che può contribuire positivamente all’economia italiana. L’ottimismo è palpabile tra gli imprenditori, che si sentono incoraggiati a continuare a lottare per un quadro normativo che valorizzi il settore e ne permetta un ulteriore sviluppo.
Il caso del Cbd sarà attentamente monitorato, e il risultato del giudizio di merito attende di definire un percorso chiaro per il futuro, stabilendo un equilibrio tra sicurezza e opportunità economiche. La questione, con le sue sfide e i suoi successi, continua a essere al centro di un dialogo cruciale per il futuro del settore della canapa in Italia.