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Ilario Piagnerelli nel mirino di Mosca: il caso che riaccende le polemiche sul giornalismo in Ucraina

Il conflitto tra Russia e Ucraina continua a generare tensioni anche nel panorama mediatico internazionale. La recente polemica coinvolge Ilario Piagnerelli, inviato di RaiNews24, accusato dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, dopo un reportage che ha suscitato indignazione a Mosca. Mentre i funzionari russi attaccano, la solidarietà nei confronti del giornalista italiano cresce, in particolare da parte di Fratelli d’Italia.

L’intervento di Zakharova: un attacco alla libertà di informazione

Maria Zakharova ha spinto l’attenzione su un’intervista condotta da Piagnerelli con un soldato ucraino che mostrava un simbolo nazista. Questo evento ha attirato l’ira della portavoce, la quale ha etichettato i giornalisti italiani come “traditori della professione”. Secondo Zakharova, i media nostrani non sono altro che “megafoni di Kiev”, accusandoli di trasmettere propaganda ucronazista. La portavoce, in un post su Telegram, ha sottolineato che le autorità russe sono pronte a valutare legalmente le azioni di giornalisti stranieri che entrano nel paese senza rispettare le normative vigenti. Ha inoltre accennato all’esistenza di procedimenti penali già avviati nei confronti di alcuni reporter accusati di entrare illegalmente in Russia.

Questo episodio, partendo dall’intervista di Piagnerelli, ha sollevato interrogativi sul ruolo dei media italiani nel contesto dell’invasione russa. Zakharova ha descritto come una “vile assistenza informativa” quella che riceve dai giornalisti italiani nei confronti dei “neonazisti di Kiev”, insinuando che il reportage di RaiNews24 contribuisca alla diffusione della propaganda ucraina. Le accuse di Zakharova non sono nuove e riflettono le tensioni esistenti tra Russia e i mezzi di comunicazione occidentali, che spesso sono visti come un’estensione del governo ucraino.

La risposta di Piagnerelli e le polemiche in Italia

In risposta alle accuse di Zakharova, Ilario Piagnerelli ha fatto sentire la sua voce su X, lamentandosi di aver involontariamente dato spazio a un comportamento inaccettabile. Nel suo post, il giornalista ha precisato di non essersi accorto del simbolo nazista indossato dal soldato fino alla messa in onda del servizio. Inoltre, ha ritratto la situazione come parte di un più ampio tentativo da parte di profili pro-russi in Italia di screditare il lavoro dei reporter che seguono il conflitto ucraino. “La rete di profili che agiscono in favore di Mosca si è approfittata di questa immagine per lanciare attacchi anti-ucraini,” ha affermato.

Piagnerelli ha sottolineato la sua lunga esperienza di reporter in Ucraina, dichiarando di aver realizzato numerosi servizi nel corso della sua carriera ed evidenziando l’impegno della Rai nel raccontare la guerra. Ha espresso propositi di continuare a lavorare con libertà e rigore, senza farsi intimidire dalle minacce o dalle critiche. L’inviato Rai ha anche messo in luce l’eredità storica dell’antifascismo, alla quale lui stesso si sente legato attraverso la memoria del nonno partigiano.

La difesa di Fratelli d’Italia: sostegno ai giornalisti sotto attacco

Fratelli d’Italia ha preso fermamente posizione in difesa di Piagnerelli, denunciando l’atteggiamento inaccettabile della Russia nei confronti della Rai. I membri del partito hanno definito ridicolo il fatto che Maria Zakharova si permetta di dare lezioni di giornalismo ai reporter italiani. “Siamo costretti a registrare l’ennesimo attacco verso il servizio pubblico e il diritto a una corretta informazione,” hanno dichiarato i componenti della commissione Vigilanza Rai.

Il partito ha rinnovato la solidarietà non solo a Piagnerelli, ma anche ai giornalisti Battistini e Traini, già oggetto di minacce da parte delle autorità russe. Un’espressione significativa di sostegno da parte della politica italiana, che evidenzia l’importanza della libertà di informazione e il rispetto per il lavoro dei giornalisti durante conflitti di alta tensione. La situazione si mantiene precaria, e il dibattito sulla libertà di stampa e sull’uso delle informazioni continua a essere centrale nel contesto internazionale.

Giordana Bellante

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