Ultimo aggiornamento il 25 Luglio 2024 by Francesca Monti
Il Tribunale di Rovereto ha emesso una sentenza storica riguardante il caso dell’omicidio di Mara Fait ad opera di Ilir Shehi Zyba, avvenuto l’anno scorso a Noriglio. La condanna di dodici anni di reclusione è stata affiancata dalla disposizione di una provvisionale di 100mila euro alla famiglia della vittima e dall’espulsione di Shehi dal territorio nazionale al termine della sua pena.
La dinamica del delitto e le circostanze
L’omicidio di Mara Fait si è verificato il 28 luglio del 2023 a Noriglio, dove vittima e assassino erano vicini di casa e intrattenevano litigi da tempo. Il cittadino albanese, Shehi, ha attaccato brutalmente l’ex infermiera con un’accetta, causandone la morte. Successivamente, si è recato di sua spontanea volontà presso la caserma dei carabinieri per costituirsi.
L’evoluzione dell’imputazione
Inizialmente accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi, il giudice ha successivamente escluso l’aggravante, aprendo la strada al rito abbreviato con l’accusa di omicidio volontario. La Procura della Repubblica di Rovereto è stata invitata a riformulare l’accusa di fronte a questa nuova valutazione.
Le possibilità di riduzione della pena per Shehi
Nel caso in cui non venga presentato alcun ricorso in appello, Shehi potrebbe beneficiare del doppio sconto di pena previsto dalla riforma Cartabia, che porterebbe la sua condanna da dodici a dieci anni di detenzione.
Conclusione del processo e prospettive future
Il verdetto emesso dal Tribunale di Rovereto rappresenta un passo significativo verso la giustizia nel caso dell’omicidio di Mara Fait. L’espulsione di Shehi dal territorio nazionale evidenzia la gravità dei suoi atti, mentre le implicazioni legali del processo pongono domande sul sistema giudiziario e sulle politiche penali in Italia. Si prospettano mesi cruciali per il destino di Shehi e per la famiglia della vittima, mentre la comunità locale cerca di elaborare la tragedia che ha scosso la tranquilla frazione di Noriglio.