Ultimo aggiornamento il 10 Gennaio 2024 by Redazione
Speranza per la cura dell’epatite B cronica: nuovi test su modelli preclinici
Un gruppo di ricercatori dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano e dell’università Vita-Salute San Raffaele, in collaborazione con la start-up americana Asher Biotherapeutics, ha condotto i primi test al mondo su modelli preclinici per la cura dell’epatite B cronica. I risultati, pubblicati su ‘Science Translational Medicine’, aprono la strada a una nuova cura per l’infezione da virus Hbv utilizzando una molecola chiamata interleuchina-2 per riattivare il sistema immunitario contro la malattia. L’epatite B cronica colpisce oltre 300 milioni di persone nel mondo ed è una delle principali cause di cirrosi epatica e tumore al fegato. Nei pazienti con questa malattia, il sistema immunitario non riesce a debellare il virus responsabile, che continua a sopravvivere e a riprodursi all’interno delle cellule epatiche.
Un vaccino preventivo non sufficiente per i pazienti affetti da epatite B cronica
L’epatite B cronica si trasmette attraverso il contatto con sangue infetto, rapporti sessuali non protetti o da madre a figlio durante il parto. Mentre un vaccino preventivo è disponibile per prevenire l’infezione, i pazienti che hanno già contratto l’epatite B non possono beneficiarne. Tuttavia, uno studio condotto dall’Irccs ospedale San Raffaele ha portato a una possibile svolta per questi pazienti. Il dottor Matteo Iannacone, direttore della Divisione di Immunologia, Trapianti e Malattie infettive dell’ospedale San Raffaele, ha coordinato uno studio che ha dimostrato che i linfociti T, le cellule responsabili della difesa immunitaria, non riescono a debellare l’infezione da Hbv e risultano disfunzionali fin dalla loro attivazione. Questa scoperta ha permesso ai ricercatori di identificare l’interleuchina-2 come una possibile soluzione per risvegliare e attivare correttamente i linfociti T contro l’epatite B cronica.
Un nuovo approccio promettente per la cura dell’epatite B cronica
L’interleuchina-2 (Il-2) è una molecola-messaggero del sistema immunitario che agisce come una sorta di immunoterapia. Tuttavia, la somministrazione sistemica di Il-2 può causare gravi effetti collaterali. Per superare questo problema, i ricercatori hanno sviluppato un approccio innovativo chiamato “cis-targeting”. In collaborazione con Asher Biotherapeutics, hanno coniugato l’Il-2 con un anticorpo specifico che permette alla molecola di indirizzarsi solo sui linfociti T, attivandoli in modo corretto contro l’epatite B cronica. I test condotti su modelli murini di malattia hanno dimostrato che questa immunoterapia è in grado di espandere i linfociti T, aumentarne la funzione e eliminare le cellule infette, abbattendo il virus. I risultati hanno confermato la sicurezza, la bassa tossicità e l’efficacia terapeutica di questo approccio innovativo sia nei modelli preclinici di epatite B che nel sangue di persone sane.
Il prossimo passo per i ricercatori è testare questo approccio sull’uomo, in combinazione con gli antivirali attualmente disponibili. La ricerca è stata sostenuta dall’European Research Council (Erc), dalla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, dal ministero della Salute e dal ministero dell’Università e della Ricerca. Questo studio offre una nuova speranza per i pazienti affetti da epatite B cronica, aprendo la strada a una possibile cura basata sull’immunoterapia.