Ultimo aggiornamento il 11 Dicembre 2023 by Redazione
Solo il 20% delle aziende italiane ha adottato un piano per contrastare il cambiamento climatico
Secondo una ricerca condotta da Ipsos e dal Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite (Ungc), solo il 20% delle aziende italiane ha adottato un piano per contrastare il cambiamento climatico. Inoltre, solo il 17% di queste aziende ha fissato obiettivi di riduzione delle proprie emissioni di gas climalteranti. La ricerca, intitolata ‘L’impegno delle aziende italiane per il net-zero’, è stata presentata al Padiglione Italia di Cop28 a Dubai, con una prefazione del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
Il ruolo del settore privato nella lotta al cambiamento climatico
Il presidente del UN Global Compact Network Italia, Marco Frey, ha sottolineato l’importanza del ruolo del settore privato nella lotta al cambiamento climatico. Ha dichiarato: “Il rapporto tra le aziende italiane che hanno adottato un piano sul clima e quelle che non lo hanno fatto è di uno a cinque, un dato molto basso considerando l’importanza dell’economia italiana. Dobbiamo lavorare per consolidare i progressi delle aziende virtuose e coinvolgere quelle che non hanno ancora affrontato la questione climatica”.
La consapevolezza ambientale nel mondo aziendale italiano
La ricerca ha evidenziato che l’88% delle aziende italiane riconosce l’importanza della sostenibilità nelle scelte aziendali, ma solo il 10% ha una chiara comprensione del concetto stesso di sostenibilità. Daniela Bernacchi, direttore esecutivo del UN Global Compact Network Italia, ha sottolineato che “questa mancanza di iniziative sul clima è dovuta a una mancanza di comprensione del concetto di sostenibilità”. Tuttavia, i dati delle aziende che fanno parte del Global Compact delle Nazioni Unite mostrano differenze significative rispetto alle altre aziende italiane. Il 64% degli aderenti italiani al Global Compact ha già definito un programma di contrasto al cambiamento climatico, rispetto al 22% della media nazionale. Inoltre, l’80% di questi aderenti calcola le proprie emissioni, rispetto al 10% della media nazionale.
Freni e opportunità per l’impegno ambientale delle aziende italiane
La ricerca ha anche analizzato i freni all’impegno ambientale delle aziende italiane. Il 34% delle aziende ha citato limiti economici come ostacolo agli investimenti adeguati, mentre il 27% ha menzionato freni burocratici e un altro 27% ha indicato la mancanza di figure professionali competenti come ostacolo. Per quanto riguarda le risorse umane dedicate alla definizione di obiettivi di riduzione delle emissioni, il 34% delle aziende ha una persona o un team interno che si occupa di questo, mentre il 41% preferisce affidarsi a consulenti esterni.
La ricerca ha anche evidenziato che il settore della moda, del food e delle utilities è quello con la maggiore conoscenza del tema ambientale, mentre il settore delle costruzioni ha una conoscenza limitata. Inoltre, il settore delle utilities è quello più impegnato in iniziative di contrasto al cambiamento climatico e di sensibilizzazione interna. Al contrario, il settore del retail è quello meno coinvolto in queste iniziative.
In conclusione, la ricerca ha evidenziato che molte aziende italiane devono ancora adottare un piano per contrastare il cambiamento climatico e fissare obiettivi di riduzione delle emissioni. Tuttavia, ci sono anche aziende che si stanno impegnando attivamente in questo ambito, dimostrando che è possibile fare la differenza. Il settore privato ha un ruolo cruciale nella lotta al cambiamento climatico e deve essere supportato con iniziative e strumenti adeguati.