Incendi a Ponte Mammolo: indagini su pista criminale e livelli preoccupanti di diossina

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Incendi a Ponte Mammolo: indagini su pista criminale e livelli preoccupanti di diossina - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2024 by Luisa Pizzardi

Un incendio divampato a Ponte Mammolo, Roma, il 28 luglio ha riacceso l’attenzione delle autorità sulla possibile origine criminale del rogo. Durante una seduta del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, è emersa l’ipotesi di un collegamento con incendi precedenti nella stessa area, potenzialmente innescati da un morboso gioco di atti dolosi. Le analisi hanno rivelato livelli di diossina ben oltre i limiti di sicurezza, sollevando preoccupazione tra i cittadini.

La seduta del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza

La giornata di giovedì 1° agosto ha visto un’importante riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, convocata dal prefetto di Roma, Lamberto Giannini. Erano presenti figure chiave delle forze dell’ordine, tra cui il questore, i comandanti provinciali di carabinieri e guardia di finanza, e rappresentanti del municipio IV e dell’ente Roma Natura, dato che l’area colpita dall’incendio ricade all’interno della riserva naturale dell’Aniene. La discussione si è focalizzata sui dettagli del rogo avvenuto pochi giorni prima, che ha suscitato un’attenzione particolare non solo per l’impatto ambientale, ma anche per l’ipotesi che possa esserci una mano criminale dietro a tale devastazione.

Le autorità hanno analizzato la dinamica dell’incendio, ponendo l’accento su come questa non sia un evento isolato. Infatti, già lo scorso anno, un incendio simile era scoppiato nella stessa area, richiamando l’attenzione sulle misure di sicurezza adottate. La preoccupazione è che, nonostante gli sforzi imposti dal sindaco, i problemi legati alla gestione del territorio e alla sicurezza delle aree verdi non siano stati affrontati in modo adeguato.

L’origine dell’incendio e gli incendi precedenti

L’agenzia di stampa Dire ha fornito indicazioni sul fatto che l’incendio del 28 luglio sia partito da una particella specifica, la 2110, che si trova in prossimità di un precedente rogo avvenuto tra il 3 e 4 agosto 2023. Questo incendio iniziale ha già innescato un allertamento del Comune, il quale ha emanato un’ordinanza per la bonifica del terreno, di proprietà della Nik Immobiliare. Tuttavia, nonostante gli interventi e le ordinanze, si sono verificati ulteriori incendi nella stessa area: il 21 settembre e il 9 ottobre dello stesso anno. Questo ciclo di incendi ha confermato l’impressione di un’inefficiente gestione delle emergenze e delle misure preventive.

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha agito immediatamente a seguito del primo rogo, imponendo obblighi di sicurezza ai proprietari, ma le misure non sono bastate a prevenire il ripetersi degli incendi. La presenza di occupazioni abusive nel terreno ha complicato ulteriormente la situazione e, nonostante gli interventi, l’area ha continuato a essere un potenziale focolaio di incendi. La rilevazione di livelli elevati di diossina nell’aria, segnalati dall’Arpa, preoccupa le autorità, portando a provvedimenti di salvaguardia per la salute pubblica.

Gestione della discarica e mancanza di sorveglianza

Un ulteriore elemento emerso dalla seduta del comitato è la questione della sorveglianza delle aree verdi e delle discariche abusive. Secondo le dichiarazioni durante l’incontro, un problema di lungo corso nel territorio è rappresentato dall’assenza di controlli adeguati. Non è stata mai segnalata la presenza ventennale di discariche abusive, inclusa quella nel terreno di proprietà della Nik Immobiliare, nonostante le segnalazioni di pericolo nel tempo.

La mancanza di un guardiaparco abilitato ha evidenziato l’inadeguatezza delle strutture di sorveglianza nella regione. Inoltre, la scoperta di altre discariche abusive nei dintorni ha sollevato interrogativi sulle politiche di gestione dei rifiuti e sull’efficienza delle autorità locali nel monitorare e prevenire situazioni di rischio. Le case Ater situate nelle vicinanze del terreno bruciato, che non erano state coinvolte precedentemente in incendi, rischiano ora di vivere nell’ombra di una potenziale emergenza ambientale.

Il quadro complessivo rende evidente la necessità di un intervento coordinato e mirato per affrontare le problematiche legate alla sicurezza ambientale e alla salute dei cittadini, ponendo la questione sul tavolo delle priorità per le autorità locali.

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