Incendi in Sardegna: oltre mille roghi tra gennaio e luglio 2023, cresce l'allerta - Occhioche.it
Il fenomeno degli incendi in Sardegna ha raggiunto numeri preoccupanti nei primi sette mesi del 2023, con un aumento significativo rispetto agli anni precedenti. Questa situazione ha spinto le autorità regionali a implementare misure più stringenti per contrastare i roghi e proteggere le risorse naturali. L’assessora regionale all’Ambiente, con delega alla Protezione civile, ha fornito dettagli sui dati attuali e sulle strategie future.
Dal 1 gennaio al 22 luglio 2023, la Sardegna ha registrato un totale di 1135 incendi, che hanno interessato un’area complessiva di 4128 ettari. Di questi, 719 ettari erano bosco, 296 pascolo e 3111 ettari erano classificati come “altro”, che comprende campagne abbandonate, canneti o vegetazione bassa. In particolare, il mese di luglio ha visto ben 396 roghi, per un totale di 1565 ettari percorsi dal fuoco, colpendo 464 ettari di bosco.
Paragonando questi dati con gli anni precedenti, nel 2023 si era assistito a un incremento netto degli incendi: nei primi sette mesi del 2022 si erano verificate 523 incendi, mentre nel 2017, un anno critico a causa del numero di roghi, se ne contarono 637.
L’assessora regionale ha annunciato l’intenzione di presentare un piano di assunzioni alla Giunta, finalizzato a rafforzare le forze antincendio, in particolare l’agenzia Forestas. Sono previsti 600 nuovi assunti nel 2024. Questo piano, crucialmente collegato con la recente nomina dell’amministratore unico dopo un lungo periodo di assenza, rappresenta un passo fondamentale per migliorare le capacità operative nel contrasto agli incendi.
Le squadre a terra sono essenziali non solo per combattere i roghi, ma anche per garantire un’adeguata vigilanza sul territorio e per attività preventive come la pulizia del sottobosco. La rimozione di biomassa in eccesso è considerata un intervento importante, in quanto questa vegetazione secca rappresenta un elevato rischio d’incendio.
L’assessora ha enfatizzato che una percentuale significativa di incendi ha origine dolosa o colposa, appellandosi al senso di responsabilità dei cittadini. È fondamentale che ognuno si senta custode del territorio, rispettando le norme e le procedure di prevenzione degli incendi. Le evidenze statistiche indicano che ogni rogo non solo danneggia l’ambiente, ma causa effetti negativi anche sulla comunità locale, in particolare sugli allevatori.
Le aree interessate dai roghi sono sottoposte a vincoli per almeno dieci anni, limitando la disponibilità di terreni per il pascolo e le risorse per gli agricoltori. Questo fenomeno si inserisce in un contesto più ampio di desertificazione e cambiamenti climatici, dove il riscaldamento globale e la siccità alimentano il ciclo degli incendi, generando un circolo vizioso difficilmente interrompibile.
La Sardegna ha messo a disposizione una flotta aerea dedicata alla lotta contro gli incendi, che comprende nove elicotteri: sei leggeri con una capacità di 900 litri, due Super Puma con 4000 litri e un AB 412 da 1200 litri. Oltre a questi, sono operativi tre Canadair basati a Olbia, un elicottero dei Vigili del Fuoco, uno dell’Aeronautica e uno dell’Esercito. Questo dispositivo aereo è cruciale per la tempestività e l’efficacia delle operazioni di spegnimento, in un’isola dove il rischio incendi è una realtà sempre presente e necessità di una risposta coordinata e robusta.
Le autorità regionali, pertanto, si sono impegnate non solo a migliorare le risorse a terra e aeree, ma anche ad avviare campagne di sensibilizzazione per educare la popolazione all’importanza della prevenzione, rendendo tutti attori nella lotta contro i devastanti incendi estivi.
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