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Inchiesta e condanna: la tragica storia di Pietro Ialongo

Pietro Ialongo, un uomo di 40 anni di Cerro a Volturno , è stato condannato a 24 anni di carcere per l’omicidio della sua ex fidanzata, Romina De Cesare, originaria di un paese molisano. La vicenda ha avuto luogo la notte tra il 2 e il 3 maggio del 2022 a Frosinone, nell’abitazione che la coppia aveva condiviso per diversi mesi.

Accuse e sentenza della Corte d’Assise

Durante il processo in primo grado presso la Corte d’Assise di Frosinone, Pietro Ialongo è stato giudicato colpevole di omicidio volontario e atti persecutori nei confronti di Romina De Cesare. Il pubblico ministero aveva richiesto 23 anni di reclusione e il riconoscimento delle attenuanti generiche per l’imputato. Dopo un’approfondita camera di consiglio, i giudici della Corte hanno emesso la sentenza di condanna, riconoscendo le aggravanti della coabitazione e degli atti persecutori.

Dichiarazioni dell’avvocato e il significato della sentenza

L’avvocato della famiglia De Cesare, Danilo Leva, ha espresso soddisfazione per il verdetto emesso dalla Corte. Ha sottolineato che la sentenza ha confermato le accuse formulate dall’Ufficio di Procura, sottolineando la gravità non solo dell’omicidio, ma anche degli atti persecutori, dello stalking e della relazione affettiva tra le parti coinvolte. L’avvocato ha evidenziato la natura del delitto come un atto di potere e dominio da parte dell’uomo sulla donna, piuttosto che un crimine passionale.

L’appello alla consapevolezza sociale contro il femminicidio

Durante l’udienza, il padre e il fratello di Romina De Cesare erano presenti e visibilmente commossi. L’avvocato Leva ha riportato la loro reazione, descrivendo la loro soddisfazione per la giustizia ottenuta con la condanna di Pietro Ialongo. Ha evidenziato l’importanza di non considerare le vittime di femminicidio come statistiche anonime, sottolineando il rischio di indifferenza verso tali tragiche vicende. Ha sottolineato come il caso di Romina De Cesare dovrebbe scuotere le coscienze e spingere a una riflessione collettiva sulla necessità di agire contro il femminicidio, che conta 150 vittime ogni anno, ponendo l’accento sull’urgenza di combattere l’indifferenza.

In un contesto in cui il femminicidio e la violenza di genere rappresentano una piaga sociale diffusa, la storia di Romina De Cesare e la condanna del suo assassino Pietro Ialongo emergono come simboli di una lotta più ampia per la giustizia e la consapevolezza sociale.

Francesca Monti

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