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Inchiesta ‘Recovery’: 142 indagati per ‘Ndrangheta e traffico di droga a Cosenza, coinvolto anche un finanziere

Contesto: Una vasta operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha portato all’indagine di 142 persone per reati legati alla ‘Ndrangheta e al traffico di sostanze stupefacenti nella provincia di Cosenza. Tra gli indagati, spicca la figura di Enrico Dattis, appartenente alla Guardia di Finanza, per il quale è stata applicata la misura interdittiva della sospensione dal servizio.

Parte 1: ‘inchiesta ‘Recovery’ e le accuse mosse ai 142 indagati

‘inchiesta ‘Recovery’, coordinata dalla Procura di Catanzaro, ha permesso di far luce su un’articolata rete di collegamenti tra la ‘Ndrangheta calabrese e il traffico di droga, in particolare cocaina, nella provincia di Cosenza. Le indagini, svolte attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e analisi di tabulati telefonici, hanno portato all’identificazione di 142 persone coinvolte a vario titolo nelle attività illecite.

Le accuse mosse agli indagati sono numerose e gravi: associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, riciclaggio e autoriciclaggio. ‘operazione ha consentito di sequestrare ingenti quantitativi di droga, armi e denaro contante, oltre a beni mobili e immobili riconducibili agli indagati.

Tra gli indagati, figura anche Enrico Dattis, appartenente alla Guardia di Finanza e in servizio presso la Compagnia di Paola . Per lui, è stata disposta la misura interdittiva della sospensione dal servizio per la durata di 12 mesi, in quanto ritenuto responsabile di aver favorito alcuni esponenti della ‘Ndrangheta nell’ambito del traffico di droga.

Parte 2: Gli arresti e le misure cautelari disposte nell’operazione ‘Recovery’

‘operazione ‘Recovery’ ha avuto un’importante risvolto giudiziario, con l’emissione di numerosi provvedimenti restrittivi da parte del Gip di Catanzaro su richiesta della Dda. In particolare, sono state disposte 96 misure cautelari in carcere, 20 arresti domiciliari e 12 obblighi di dimora e di firma.

Tra gli arrestati, figurano alcuni esponenti di spicco della ‘Ndrangheta cosentina, come ad esempio i fratelli Giuseppe e Francesco Muto, ritenuti al vertice dell’omonima cosca operante nel territorio di San Lucido. Per loro, è stata disposta la misura cautelare in carcere, in quanto ritenuti responsabili di associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico di sostanze stupefacenti.

‘operazione ha avuto un’importante risvolto anche sul piano della prevenzione e del contrasto alla criminalità organizzata. La collaborazione tra le forze dell’ordine e la magistratura ha permesso di disarticolare un’articolata rete di collegamenti tra la ‘Ndrangheta e il traffico di droga, infliggendo un duro colpo alle attività illecite degli indagati.

La battaglia contro la ‘Ndrangheta e il traffico di sostanze stupefacenti è ancora lunga e complessa, ma l’operazione ‘Recovery’ rappresenta un importante passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata e un segnale forte della determinazione delle istituzioni nel contrastare questo fenomeno.

Giordana Bellante

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