Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi
Ogni anno, gli incidenti stradali provocano la morte di 1,19 milioni di persone nel mondo, rappresentando una vera e propria “pandemia silenziosa“. Durante un evento tenutosi a Milano, l’inviato speciale dell’ONU per la sicurezza stradale, Jean Todt, ha fatto sapere che la campagna delle Nazioni Unite punta a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo drammatico fenomeno. L’incontro ha visto la partecipazione del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini. L’iniziativa, che si propone di dimezzare le vittime della strada entro il 2030, utilizza l’hashtag #MakeASafetyStatement per veicolare un messaggio di sicurezza stradale.
La campagna globale per la sicurezza stradale
Un impegno internazionale
La campagna lanciata dalle Nazioni Unite si propone di estendere la sua portata a oltre 80 Paesi, toccando mille città in tutto il mondo. Tra le modalità di comunicazione ci saranno affissioni pubblicitarie, messaggi sugli spazi urbani e pubblicità sui mezzi di trasporto, con la collaborazione di JCDecaux. L’obbiettivo è di diffondere informazioni utili e pratiche per ridurre il numero degli incidenti stradali, rivolgendosi a una vasta audience. Questa iniziativa è di fondamentale importanza, poiché mira a colpire una problematica che, sebbene non venga sempre percepita con il giusto peso, ha un impatto devastante sulle vite di milioni di persone.
Volti noti a sostegno della causa
Celebrità di calibro mondiale hanno deciso di prestare il loro volto per sostenere la campagna, contribuendo a rendere il messaggio ascoltato e visibile. Tra i testimonial figurano nomi illustri come il pilota di Formula 1 Charles Leclerc, l’ex calciatore Didier Drogba, l’attrice premio Oscar Michelle Yeoh, il campione di tennis Novak Djokovic, il pilota motociclistico Marc Marquez e la supermodella Naomi Campbell, insieme a Mick Schumacher. Questi volti noti non solo attraggono l’attenzione del pubblico, ma comunicano anche l’importanza di adottare comportamenti responsabili sulla strada, come l’uso della cintura di sicurezza, la guida prudente e il divieto di utilizzare telefoni cellulari alla guida.
Un dramma globale e le sue conseguenze
Gli effetti nei paesi in via di sviluppo
Jean Todt ha evidenziato come la “pandemia silenziosa” colpisca con particolare gravità i paesi in via di sviluppo, dove oltre il 90% degli incidenti mortali si verifica. Questa situazione è il risultato di una serie di fattori, tra cui infrastrutture inadeguate, mancanza di formazione degli automobilisti e furti stradali. Negli anni, i dati hanno dimostrato che gli incidenti stradali rappresentano la principale causa di morte tra i giovani, in particolare per coloro che hanno un’età compresa tra i 5 e i 29 anni. Questi numeri evidenziano l’urgenza di intervenire per migliorare la sicurezza stradale e proteggere le vite umane.
La situazione in Italia
In Italia, la situazione presenta luci e ombre. Dal 2001, il tasso di mortalità per incidenti stradali è diminuito del 42%, seguendo un andamento simile a quello registrato nell’intera Unione Europea. Nonostante ciò, il numero annuale di vittime, che si attesta a 2.875 persone, colloca il paese al 11° posto su 27 nell’Unione Europea per mortalità stradale. Queste statistiche suggeriscono che, sebbene vi siano stati dei progressi, è fondamentale continuare a investire in campagne di sensibilizzazione e miglioramento delle infrastrutture per garantire una maggiore sicurezza sulle strade italiane.
L’incontro a Milano ha quindi rappresentato un importante passo avanti nel combattere questa crisi invisibile, richiamando l’attenzione necessaria su un tema cruciale per la salute pubblica e la sicurezza di tutti.