L’incidenza delle sindromi simil-influenzali in Italia sta diminuendo, ma rimane ancora alta. Secondo i bollettini della sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto superiore di sanità, nella seconda settimana del 2024 (dal 8 al 14 gennaio), l’incidenza è stata di 14,1 casi per mille assistiti, rispetto al picco della settimana precedente di 17,1 casi per mille assistiti. Questi dati sono stati aggiornati a causa dei ritardi di notifica. Inoltre, la proporzione dei campioni positivi all’influenza rispetto al totale dei campioni analizzati è diminuita dal 37,4% al 29,6%.
Nel periodo considerato, sono stati stimati circa 828.000 casi di sindrome simil-influenzale in tutta la popolazione italiana, per un totale di circa 8.672.000 casi dall’inizio della sorveglianza. Il picco più alto di incidenza è stato raggiunto nell’ultima settimana del 2023, con un valore di 18,5 casi per mille assistiti. Questo valore è sceso a 17,1 casi per mille nella prima settimana del 2024 e ora è di 14,1 casi per mille. L’incidenza delle sindromi simil-influenzali sta diminuendo in tutte le fasce di età. I bambini al di sotto dei 5 anni sono i più colpiti, con un’incidenza di 31,7 casi per mille assistiti (rispetto ai 34,9 della settimana precedente). Nella fascia di età 5-14 anni, l’incidenza è di 13,32 casi per mille, nella fascia 15-64 anni è di 14,55 casi per mille e tra gli over 65 anni è di 8,69 casi per mille.
A livello regionale, tutte le Regioni/Province autonome che hanno attivato la sorveglianza (ad eccezione di Valle d’Aosta e Calabria) registrano un’incidenza delle sindromi simil-influenzali superiore alla soglia basale. Nella Provincia autonoma di Bolzano è stata raggiunta la soglia di intensità “molto alta” dell’incidenza. Secondo l’Istituto superiore di sanità, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è sostenuta non solo dai virus influenzali, ma anche da altri virus respiratori come il virus respiratorio sinciziale (Rsv) nei bambini molto piccoli e il Sars-CoV-2. Tra i virus influenzali, quelli di tipo A sono largamente prevalenti (99%) rispetto ai virus di tipo B e appartengono principalmente al sottotipo H1N1pdm09. Dei campioni positivi finora analizzati, il 17% è risultato positivo per il Sars-CoV-2, il 12% per il Rsv, il 48% per l’influenza A, il 10% per il Rhinovirus, mentre gli altri sono risultati positivi per altri virus respiratori.
Questi dati confermano l’andamento dell’incidenza delle sindromi simil-influenzali in Italia e l’importanza di continuare a monitorare attentamente la situazione per garantire la salute e il benessere della popolazione.
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