Ultimo aggiornamento il 14 Febbraio 2024 by Redazione
Incontro tra il Ministero della Salute e le associazioni di categoria: un nulla di fatto
L’incontro tra le associazioni di categoria rappresentative delle strutture ambulatoriali private e dei laboratori di analisi cliniche accreditati e il Ministero della Salute si è concluso senza risultati. Il Ministero ha negato la richiesta di proroga, che era considerata necessaria a livello nazionale. Questa decisione avrà conseguenze economiche significative per il sistema sanitario italiano, sia per le strutture pubbliche che per quelle private autorizzate. L’Unione Ambulatori e Poliambulatori (Uap) ha espresso la sua delusione in una nota, affermando che “il danno economico che deriverà dall’applicazione del nuovo nomenclatore comporterà un serio danno per la sanità italiana”.
L’opposizione dell’Uap e le richieste di chiarimento
L’Uap si oppone fermamente a questa decisione e chiede di conoscere le motivazioni del diniego alla proroga. In particolare, l’Uap fa notare che alcune regioni italiane, come l’Emilia Romagna, la Toscana e la Lombardia, hanno adottato misure per mitigare l’impatto negativo del nuovo nomenclatore sulle proprie strutture sanitarie pubbliche. Queste regioni hanno mantenuto le tariffe esistenti per alcune prestazioni o hanno modificato le tariffe per alcune analisi di laboratorio, basandosi su un’analisi dettagliata dei costi.
Mariastella Giorlandino, rappresentante di Confapi Salute Università e Ricerca, ha sollevato alcune domande importanti durante l’incontro. Ha chiesto se sia stato considerato il danno che le regioni che non possono istituire punti prelievo subiranno rispetto a quelle che possono farlo, a causa del federalismo sanitario. Inoltre, ha sollevato la questione delle conseguenze che il disavanzo avrà sui bilanci degli ospedali pubblici. Secondo l’Uap, “come si pensa di pareggiare i costi se negli ospedali pubblici il ticket per eseguire una mammografia costa 34 euro a fronte di un costo finito di oltre 400 euro, debito che verrà risanato dagli italiani, e come si pensa che le strutture private, che pagano di tasca propria, possano sopravvivere. Lo stato non può far fallire le imprese italiane”.
La richiesta dell’Uap: acquisizione dei nomenclatori già adottati
L’Unione Ambulatori e Poliambulatori chiede al Ministero della Salute di acquisire i nomenclatori già adottati dalle regioni più virtuose. Questa richiesta è finalizzata a evitare danni alle strutture ospedaliere pubbliche e private convenzionate. L’Uap sottolinea che non sono necessari provvedimenti tampone, ma piuttosto una valutazione accurata delle tariffe e dei costi per garantire la sopravvivenza delle imprese italiane nel settore sanitario.
In conclusione, l’incontro tra il Ministero della Salute e le associazioni di categoria non ha portato a una proroga del nuovo nomenclatore tariffario. L’Uap si oppone fermamente a questa decisione e chiede al Ministero di considerare le conseguenze economiche e finanziarie che questa scelta avrà sul sistema sanitario italiano. L’Unione Ambulatori e Poliambulatori chiede inoltre l’acquisizione dei nomenclatori già adottati dalle regioni più virtuose, al fine di evitare danni alle strutture ospedaliere pubbliche e private convenzionate.