Ultimo aggiornamento il 22 Luglio 2024 by Francesca Monti
Un’indagine condotta dai sostituti procuratori Roberto Terzo e Federica Baccaglin ha portato alla luce elementi di presunti conflitti d’interesse che coinvolgono i vertici dell’amministrazione comunale di Venezia negli ultimi sette anni, in particolare il sindaco Luigi Brugnaro e i suoi collaboratori più stretti.
Scelte discutibili dell’amministrazione
Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, i vertici dell’amministrazione sembrano essere stati selezionati tra i dipendenti più vicini alle imprese private, gestite dal sindaco stesso dopo la creazione di un trust. Questa scelta, secondo la Procura, è stata giustificata dal sindaco come un modo per aumentare l’efficienza amministrativa e adattarla agli standard gestionali delle imprese di successo. Tuttavia, i magistrati sostengono che ciò avrebbe dovuto avvenire mantenendo una netta separazione tra le attività delle imprese private e quelle dell’ente territoriale, cosa che non sarebbe avvenuta effettivamente.
Implicazioni nell’illegalità emerse
La commistione tra le sfere pubblica e privata avrebbe avuto ripercussioni significative sui finanziamenti delle campagne elettorali. Le inchieste hanno evidenziato che nel 2015 le campagne elettorali erano finanziate da diverse società controllate da Brugnaro, che nel 2020 avrebbero dovuto essere gestite dal trustee. Per la seconda elezione, sono emersi due comitati elettorali distinti finanziati da società legate al sindaco, gestiti da dirigenti e dipendenti.
Conclusioni e implicazioni future
Le indagini in corso stanno gettando luce su potenziali irregolarità e conflitti d’interesse nell’amministrazione comunale di Venezia, alzando importanti questioni sulla trasparenza e l’eticità delle pratiche amministrative. Resta da vedere come evolverà la situazione e quali saranno le misure adottate per indagare e affrontare questi presunti illeciti che coinvolgono le figure di spicco della città lagunare.