Indagini e cautele: un focus sulle procure e i nomi coinvolti - avvisatore.it
Il governo italiano ha messo sotto i riflettori gli incontri pubblici tra giornalisti, investigatori e magistrati, e presto potrebbe anche intervenire sulle denominazioni delle inchieste, prevedendo sanzioni disciplinari in caso di violazione.
Finora, tredici procure italiane sono state sottoposte ai controlli dell’ispettorato del ministero per quanto riguarda la nuova normativa sulla presunzione di innocenza. Questi controlli riguardano anche le indicazioni sulle conferenze stampa, che devono essere considerate come ultima risorsa e sempre autorizzate dai procuratori.
Gli esiti dei controlli sono stati “diversi” a seconda degli uffici giudiziari, che sono stati esaminati dall’ispettorato del ministero secondo un calendario ordinario che coinvolgerà gradualmente tutte le sedi, senza distinzioni. Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha annunciato queste attività di monitoraggio in risposta a un’interpellanza parlamentare. La nuova normativa, introdotta dall’ex ministro Marta Cartabia per recepire una direttiva dell’Unione Europea del 2016, ha sollevato polemiche per il rischio di censura nei confronti della libertà di informazione, soprattutto da parte dei media. Finora, sono stati controllati gli uffici di Avellino, Brescia, Cagliari, Ferrara, Catanzaro, Frosinone, Livorno, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Vercelli, Latina e Torino, ma il monitoraggio si estenderà gradualmente a tutte le altre città.
Il sottosegretario Delmastro ha sottolineato l’importanza di garantire la presunzione di innocenza e di evitare la spettacolarizzazione mediatica, che ha danneggiato la percezione della giustizia da parte dei cittadini. Ha inoltre sottolineato la necessità di rivedere completamente la disciplina degli atti istruttori, con particolare attenzione alle intercettazioni, e ha ricordato le innovazioni normative introdotte per rafforzare la privacy dei terzi estranei all’indagine. Delmastro ha anche menzionato un decreto del 2021 che impone al pubblico ministero di comunicare con la stampa solo attraverso comunicati o conferenze stampa, e amplia l’obbligo di vigilanza del pubblico ministero anche sui verbali, vietando la divulgazione dei dati dei terzi coinvolti. Inoltre, verrà valutata la pratica di assegnare denominazioni alle inchieste e se queste denominazioni sono compatibili con il principio di presunzione di innocenza dell’indagato.
Questi controlli si aggiungono alle disposizioni recentemente approvate alla Camera dei Deputati, che vietano la pubblicazione integrale o parziale del testo dell’ordinanza di custodia cautelare. Queste nuove disposizioni sono state definite dall’opposizione come una “legge bavaglio”.
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