Indignazione del G7 per Navalny: buco nel comunicato sulla Russia - avvisatore.it
Il G7 ha posto l’attenzione sulla morte di Alexei Navalny, avvenuta in carcere in Russia. I ministri degli Esteri del vertice hanno espresso la loro “indignazione” per la tragica fine dell’oppositore di Vladimir Putin, condannato ingiustamente per le sue attività politiche legittime e la lotta contro la corruzione. Riuniti a Monaco sotto la presidenza di Antonio Tajani, i capi delle diplomazie di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti hanno richiesto alle autorità russe di fare chiarezza sulle circostanze della sua morte, senza menzionare esplicitamente Putin.
“Chiediamo alla Russia di fermare la persecuzione del dissenso politico e la repressione della libertà di espressione”, ha dichiarato Tajani come presidente della riunione. Questo appello si è concentrato anche sull’ingiusta limitazione dei diritti civili in Russia.
I ministri del G7 hanno sottolineato l’importanza che la Russia paghi per i danni causati alla popolazione e al territorio dell’Ucraina a causa del conflitto in corso. Hanno confermato la decisione di mantenere congelati gli asset russi nelle loro giurisdizioni fino a quando non verranno risarciti i danni provocati.
Inoltre, i membri del G7 si sono impegnati a esplorare tutte le opzioni possibili per sostenere l’Ucraina nel ricevere compensazioni dalla Russia, in linea con le normative nazionali e il diritto internazionale.
Il vertice del G7 ha condannato fermamente il trasferimento di armi dalla Corea del Nord alla Russia, violando le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. È stata espressa una forte preoccupazione per il potenziale trasferimento di tecnologia nucleare o missilistica alla Corea del Nord da parte della Russia, mettendo così a rischio la pace e la sicurezza globali.
I capi delle diplomazie del G7 hanno inoltre chiesto all’Iran di interrompere il supporto alle forze russe e alla guerra di aggressione contro l’Ucraina. È stato richiesto a tutti i Paesi di evitare di fornire componenti o beni per i programmi di droni dell’Iran, che potrebbero sostenere gli sforzi bellici della Russia.
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