Ultimo aggiornamento il 29 Aprile 2024 by Giordana Bellante
Nelle ultime settimane, le condizioni di vita dei cittadini iraniani, in particolare delle donne, si sono aggravate notevolmente. ‘attivista iraniana, insegnante e ballerina Hasti Diyé, di 39 anni, ha condiviso la sua esperienza personale con l’ANSA, rivelando come la pressione e la repressione del governo iraniano abbiano raggiunto livelli estremi. A partire dall’uccisione di Mahsa Amini nel settembre del 2022, la situazione è precipitata, con le forze dell’ordine che ora monitorano ogni angolo delle strade e piazze del Paese.
‘arresto arbitrario e la paura
Hasti Diyé è stata arrestata ben due volte senza alcuna spiegazione: la prima volta a Teheran e la seconda sull’isola di Kish, un luogo noto per la sua bellezza e tranquillità. Era insieme a sua sorella quando la polizia le ha costrette, nonostante la resistenza e le urla, a salire su un taxi e le ha portate in un luogo sconosciuto. In un disperato tentativo di fuga, la sorella di Hasti ha aperto la portiera dell’auto in mezzo alla strada per buttarsi fuori.
La polizia ha continuato a filmare le due sorelle, ma non ha cercato di fermarle quando hanno tentato di scappare, avvertendole che “avevano i loro filmati e che la prossima volta sarebbero state imprigionate”. ‘esperienza ha segnato profondamente la sorella di Hasti, che da allora si è ammalata gravemente e ha paura di uscire di casa, temendo per le sue due figlie adolescenti.
La repressione sistematica
Hasti Diyé sottolinea come la sua esperienza non sia un caso isolato, ma piuttosto un esempio della repressione sistematica attuata dal governo iraniano nei confronti delle donne. Il regime, al fine di intimidire la popolazione, infligge pesanti multe, picchia e maltratta le donne, emette condanne a morte e uccide.
Uno dei colpi più duri inflitti negli ultimi mesi è stata la condanna a morte del rapper e critico del governo, Toomaj Salehi. Tra i tanti arresti, difficili da quantificare a causa del loro elevato numero, c’è anche quello della sorella di Nika Shakrami, una delle vittime della rivoluzione di Mahsa.
La resistenza e la speranza
Nonostante la paura e la repressione, le donne iraniane continuano a resistere e a lottare per i propri diritti. Hasti Diyé è una di queste, impegnata nella diffusione della consapevolezza e nella denuncia delle violazioni dei diritti umani nel suo Paese. La sua storia è un simbolo della forza e della determinazione delle donne iraniane, che non si arrendono di fronte all’oppressione e continuano a lottare per un futuro migliore.
La speranza è che la comunità internazionale possa fare sempre più pressione sul governo iraniano affinché rispetti i diritti umani fondamentali, in particolare quelli delle donne. La situazione è critica, e la resistenza delle donne iraniane continua a essere un faro di speranza in un contesto di crescente repressione.