Italia iodosufficiente: rischio carenza ridotto con sale iodato

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Italia iodosufficiente: rischio carenza ridotto con sale iodato - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 16 Gennaio 2024 by Redazione

L’Italia raggiunge l’iodosufficienza dopo 15 anni di promozione del sale iodato

Secondo uno studio coordinato dall’Osservatorio nazionale per il monitoraggio della iodoprofilassi in Italia (Osnami) dell’Istituto superiore di sanità, l’Italia è finalmente “iodosufficiente” dopo 15 anni di promozione dell’uso del sale iodato. Questo ha portato a una significativa riduzione dei rischi legati alla carenza di iodio, come il gozzo e il gozzo nodulare. Tuttavia, ci sono ancora alcune criticità per la nutrizione iodica durante la gravidanza. Il programma nazionale di iodoprofilassi è stato confermato come sicuro.

Lo studio e i risultati

Lo studio è stato condotto su scala nazionale tra il 2015 e il 2019 in collaborazione con il sistema di sorveglianza Passi, gli Osservatori regionali per la prevenzione del gozzo, i Laboratori regionali di screening neonatale e l’Osservatorio medicinali (Osmed) dell’Aifa. Sono stati valutati il consumo di sale iodato su un campione di circa 165.000 adulti e 1.000 mense scolastiche, la concentrazione di iodio nelle urine, la prevalenza di gozzo e noduli tiroidei su oltre 4.300 ragazzi tra gli 11 e i 13 anni, e la quantità di ormone tiroideo Tsh su circa 200.000 neonati.

I risultati mostrano che nonostante la riduzione del consumo di sale, l’Italia è diventata “iodosufficiente”. Il 71,5% degli adulti e il 78% delle mense scolastiche utilizzano sale iodato. Il consumo è più elevato al Nord, tra le donne e le persone con un maggiore status socioeconomico. La prevalenza del gozzo in età scolare è del 2,2%, molto al di sotto della soglia del 5% che definisce il gozzo endemico. Anche la presenza di noduli alla tiroide nei bambini è bassa, intorno al 2%. Tuttavia, il 5,1% dei neonati ha un valore di Tsh superiore a 5 microunità per litro, che è ancora superiore al limite del 3% considerato sufficiente dall’Oms.

Sicurezza dell’uso del sale iodato

L’uso del sale iodato è stato considerato sicuro, con una bassa frequenza di autoimmunità tiroidea tra i bambini in età scolare e di ipertiroidismo nella popolazione generale. Secondo Antonella Olivieri, responsabile scientifica dell’Osnami, “i dati suggeriscono che quindici anni di promozione dell’uso di sale iodato hanno significativamente migliorato la nutrizione iodica nella popolazione, portando a una minore frequenza delle patologie legate alla carenza di iodio e dimostrando che il programma di iodoprofilassi nel nostro Paese è sicuro”. Tuttavia, rimane una certa preoccupazione per la nutrizione iodica durante la gravidanza, poiché il fabbisogno di iodio aumenta per soddisfare le esigenze fetali.

In conclusione, l’Italia ha fatto importanti progressi nella promozione dell’uso del sale iodato e ha raggiunto l’iodosufficienza. Tuttavia, è necessario prestare attenzione alla nutrizione iodica durante la gravidanza per garantire un adeguato apporto di iodio per il benessere della madre e del feto.

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