Ultimo aggiornamento il 9 Dicembre 2023 by Redazione
Italia: Crescita economica superiore ai competitor europei nonostante la crisi pandemica
Secondo un’analisi condotta dall’Ufficio Studi Cgia di Mestre, l’Italia ha superato i suoi principali competitor europei nell’affrontare gli effetti negativi della crisi pandemica, del caro energia e dell’aumento dei tassi di interesse. Nonostante il rallentamento degli ultimi sei mesi, l’Italia ha registrato una variazione del Pil del +3% tra il 2019 e il 2023, contro il +2,3% della Spagna, il +1,8% della Francia e il +0,7% della Germania.
Crescite più elevate nei paesi più piccoli dell’Area dell’euro
Tra i 20 paesi dell’Area dell’euro, sono stati i paesi demograficamente più piccoli a registrare le crescite più elevate. L’Irlanda è cresciuta del 33,1%, Malta del 14,4%, Cipro del 14,2%, la Croazia del 13,4%, la Lituania dell’8,3% e la Slovenia del 7,7% rispetto al periodo pre-Covid. La media europea è stata del +3,5%. Tuttavia, le previsioni per il 2023 indicano che l’Italia avrà una crescita del +0,7%, inferiore al +2,4% previsto per la Spagna e leggermente più contenuta rispetto all’1% previsto per la Francia. La Germania, invece, rimarrà in recessione con una variazione del -0,3% rispetto al 2022.
Lombardia e Veneto trainano l’economia italiana nel 2023
A livello territoriale, la Lombardia è stata la regione che ha meglio superato le crisi degli ultimi 4 anni, registrando una crescita del 5,3% rispetto al 2019. Seguono l’Emilia Romagna con il +4,9%, la Puglia con il +3,9%, il Friuli Venezia Giulia con il +3,5%, il Trentino Alto Adige con il +3,4% e il Veneto con il +3,3%. Solo la Liguria e la Toscana non hanno ancora recuperato il terreno perso a causa della pandemia e delle crisi successive. La Basilicata e le Marche si collocano in coda alla graduatoria con un aumento del PIL del +0,3% rispetto all’anno scorso.
La ripresa economica è stata sostenuta dal turismo, dalla manifattura, dai consumi delle famiglie, dagli investimenti e dall’export. Questo trend positivo ha portato il tasso di occupazione a raggiungere il 61,8% nel mese di ottobre, con quasi 23,7 milioni di addetti.
L’associazione Cgia, tuttavia, invita a non cadere nel “trionfalismo” e sottolinea i punti di debolezza che frenano la crescita del Paese da almeno 20 anni, come la povertà, la disoccupazione femminile, il lavoro nero, le tasse, la burocrazia, l’evasione fiscale, l’inefficienza della Pubblica Amministrazione e il debito pubblico. Nonostante ciò, le misure economiche e sociali messe in atto dai governi degli ultimi anni hanno mitigato queste difficoltà e garantito una ripresa dell’economia che nessuno prevedeva.
Secondo l’associazione, tra il 2020 e il 2022 i governi hanno stanziato oltre 270 miliardi di euro per sostenere famiglie e imprese, mitigando gli effetti negativi della pandemia e del caro energia. Questi aiuti hanno contribuito a “anestetizzare” gli effetti negativi e a garantire una ripresa economica.