Ultimo aggiornamento il 2 Gennaio 2024 by Redazione
Jimmy Lai si dichiara non colpevole nel processo per violazione delle leggi sulla sicurezza nazionale
Il magnate dell’informazione di Hong Kong e attivista per la democrazia Jimmy Lai ha iniziato oggi il suo processo, dichiarandosi “non colpevole” rispetto a tutte le accuse mosse nei suoi confronti. Lai, 76 anni, è stato detenuto dal 2020 e rischia l’ergastolo se verrà riconosciuto colpevole di aver violato le leggi sulla sicurezza nazionale. Le accuse a suo carico includono associazione a delinquere, collusione con forze straniere e pubblicazione di materiale sedizioso.
Accuse di utilizzo di un giornale per condurre una campagna contro Pechino
Il processo in corso rappresenta un evento di grande importanza per Hong Kong, poiché coinvolge uno dei più influenti personaggi dei media della città da quando è stata consegnata al controllo cinese nel 1997. Jimmy Lai è accusato di aver utilizzato il giornale da lui fondato, ‘Apple Daily’, per condurre una campagna contro Pechino e favorire l’applicazione di sanzioni internazionali. Queste azioni sono considerate una violazione delle leggi sulla sicurezza nazionale introdotte dalla Cina nel 2020.
Un processo che suscita preoccupazione per la libertà di stampa
Il processo di Jimmy Lai ha attirato l’attenzione internazionale e ha sollevato preoccupazioni sulla libertà di stampa e l’indipendenza dei media a Hong Kong. Lai è un noto attivista per la democrazia e la sua detenzione è stata vista da molti come un tentativo di sopprimere le voci critiche nei confronti del governo cinese. Secondo l’organizzazione non governativa Human Rights Watch, il processo di Lai è solo uno degli esempi di come le autorità cinesi stiano reprimendo la libertà di espressione e limitando lo spazio per il dissenso politico a Hong Kong.
In conclusione, il magnate dell’informazione Jimmy Lai si è dichiarato “non colpevole” nel processo che lo vede accusato di violazione delle leggi sulla sicurezza nazionale a Hong Kong. Il suo utilizzo del giornale ‘Apple Daily’ per condurre una campagna contro Pechino e favorire l’applicazione di sanzioni internazionali è al centro delle accuse mosse contro di lui. Il processo ha sollevato preoccupazioni sulla libertà di stampa e l’indipendenza dei media nella città.