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Kfir Bibas, l’ostaggio israeliano più giovane, compie un anno oggi

Kfir Bibas compie un anno in prigionia nella Striscia di Gaza

Oggi segna un anniversario triste per Kfir Bibas, il bambino israeliano rapito da Hamas nella Striscia di Gaza lo scorso 7 ottobre. Nonostante siano passati dodici mesi, non è ancora chiaro se Kfir sia ancora vivo. La famiglia e gli amici di Bibas si riuniranno oggi a Tel Aviv per tenere viva l’attenzione sul suo rapimento.

Un compleanno senza festeggiato

Il compleanno di Kfir Bibas è un’occasione triste per la sua famiglia. Jimmy Miller, cugino di primo grado della madre di Kfir, Shiri Bibas, ha dichiarato: “È il compleanno più triste del mondo”. La famiglia e gli amici di Bibas si riuniranno oggi a Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv per continuare a portare l’attenzione sul rapimento di Kfir. Hanno anche registrato una canzone intitolata ‘They Call Me Gingi’ per ricordare il bambino.

Un anno di prigionia

Kfir Bibas è stato rapito insieme a suo fratello Ariel di 4 anni e ai loro genitori, Shiri e Yarden, dal Kibbutz Nir Oz. Durante l’attacco, circa 1.200 persone sono state uccise e circa 240 rapite. Nonostante la tregua di una settimana alla fine di novembre, nessuno dei membri della famiglia Bibas è stato liberato. Hamas ha affermato che erano detenuti da un’altra organizzazione terroristica e successivamente ha dichiarato che erano stati uccisi in un attacco aereo israeliano. Tuttavia, queste affermazioni non sono state verificate.

La lotta per la liberazione

La famiglia di Bibas sta facendo tutto il possibile per ottenere la liberazione di Kfir e della sua famiglia. Tuttavia, nonostante gli sforzi e gli incontri con personaggi famosi e intellettuali, sembra che le cose non si stiano muovendo. Jimmy Miller ha dichiarato: “Abbiamo aspettato e aspettato e aspettato ancora, ma vediamo che nessuno sta facendo nulla”. La madre e il padre di Miller sono stati uccisi durante l’attacco di Hamas il 7 ottobre.

La storia di Kfir Bibas è un triste ricordo di quanto sia fragile la vita dei bambini in zone di conflitto. Mentre la sua famiglia e i suoi amici continuano a lottare per la sua liberazione, il mondo non può dimenticare il suo nome e la sua storia.

Redazione

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