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La ketamina: dal farmaco anestetico alla sostanza d’abuso più diffusa in Europa

La ketamina, originariamente sviluppata come anestetico nel 1962, ha guadagnato popolarità oltre l’ambito medico, diventando una delle sostanze d’abuso più consumate in Europa. Questo farmaco, noto per le sue applicazioni terapeutiche nel trattamento della depressione e utilizzato principalmente in contesti veterinari, ha una reputazione controversa. L’uso improprio della ketamina solleva preoccupazioni significative, soprattutto in relazione agli effetti collaterali e ai rischi di dipendenza.

Storia della ketamina: dalla medicina alla cultura pop

Le origini dell’anestetico

Sintetizzata negli anni ’60, la ketamina viene presentata come un farmaco anestetico e antidolorifico per la prima volta. Utilizzata per indurre e mantenere l’anestesia, la sua applicazione è particolarmente diffusa in ambito veterinario, dove la sua efficacia e sicurezza sono ampiamente riconosciute. Tuttavia, con il passare del tempo, la ketamina ha acquisito notorietà anche come sostanza d’abuso nelle comunità giovanili.

L’abuso della sostanza

Negli anni ’70, la ketamina divenne una delle sostanze più popolari all’interno delle comunità hippie, nota per i suoi effetti dissociativi e allucinogeni. Oggi, la sostanza – conosciuta anche con vari nomi di strada come K, Special K e Kit Kat – è ampiamente consumata in tutta Europa. Un’indagine delle acque reflue condotta dal Sewage Analysis CORe group Europe ha rivelato che città come Milano, Bristol e Barcellona sono tra le maggiori consumatrici di ketamina del continente.

In generale, la ketamina è spesso assunta in combinazione con alcol e altre droghe, come gli allucinogeni, creando miscele pericolose e aumentandone il rischio d’abuso. La sua presenza nel mercato delle sostanze d’abuso è indicativa di un problema crescente, che richiede attenzione alle dinamiche socioculturali legate al suo uso.

Ketamina in ambito medico: un farmacologico essenziale

Uso terapeutico e anestetico

Nonostante la sua associazione con l’abuso, la ketamina è un farmaco fondamentale nel panorama medico. Classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “farmaco essenziale”, la ketamina è riconosciuta per la sua capacità di mantenere l’anestesia senza compromettere gravemente la respirazione. Questo la rende particolarmente utile in contesti di emergenza, dove la rapidità e l’efficacia sono cruciali.

Applicazione veterinaria

Il potenziale della ketamina va oltre l’uso umano. Essa è comunemente utilizzata in veterinaria per anestetizzare animali di diverse dimensioni, contribuendo a procedure chirurgiche e a situazioni di emergenza. La sua sicurezza e la minore compromissione della respirazione rispetto ad altri anestetici la rendono il farmaco di scelta in molti interventi chirurgici e pratiche veterinarie di routine.

Effetti psicologici e fisici della ketamina

Esperienze dissociative e indesiderate

La ketamina, pur contribuendo a caratteristiche terapeutiche, provoca effetti collaterali significativi, specialmente nei casi di abuso. Gli utenti segnalano esperienze di euforia, distacco corporeo e alterazione della realtà, sintomi che possono rivelarsi problematici e persino pericolosi nel lungo termine. Sebbene i suoi effetti siano meno intensi rispetto a sostanze come l’LSD, la ketamina può comunque causare stati di coscienza alterata, rendendo difficile il controllo.

Rischi di dipendenza e problemi di salute

L’uso prolungato della ketamina comporta rischi significativi, inclusa la dipendenza e gravi danni fisici. La batteria di effetti neurobiologici della ketamina, che condivide con sostanze come cocaina e oppiacei, la rende insidiosa. L’uso abituale di questa sostanza può portare a danni alla vescica, con conseguenze tanto serie da richiedere interventi chirurgici. I sintomi associati all’abuso di ketamina includono non solo lesioni fisiche, ma anche disturbi psicologici potenzialmente debilitanti.

La crescita dell’uso e dell’abuso di ketamina sottolinea l’importanza di monitorare attentamente sia la sua applicazione in contesti medici sia, soprattutto, le sue dinamiche in ambito sociale.

Luisa Pizzardi

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