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La rivoluzione dell’allevamento di bufale in montagna: il successo dell’azienda Sant’Andrea a Leonessa

L’allevamento di bufale in zone montane come Leonessa rappresenta un’indiscutibile innovazione nel panorama agricolo italiano. Dopo 30 anni di attività, l’Azienda Agricola Sant’Andrea, gestita dalla famiglia Rossetti, ha dimostrato che è possibile coltivare e trasformare questi animali in una regione tradizionalmente non adatta a tale tipo di allevamento. L’approccio innovativo della famiglia ha portato alla creazione di prodotti caseari di alta qualità, contribuendo a valorizzare il territorio del Lazio e a rivoluzionare le pratiche agricole nell’area.

La storia dei Rossetti: pionieri dell’allevamento bufalino nel Lazio settentrionale

Negli anni ’90, mentre il settore agricolo italiano stava affrontando sfide significative, il patriarca Giampaolo Rossetti decise di fare un cambiamento audace. “Mio padre è stato un vero pioniere,” afferma Venanzio Rossetti. Con le vacche in crisi a causa delle quote latte, la famiglia optò per l’acquisto di 5 bufale nel 1996. Questa decisione segnò l’inizio di un’avventura in un settore che fino a quel momento era concentrato in aree come Frosinone e Latina. Le bufale, abituate a climi e ambienti diversi, si sono adattate sorprendentemente bene agli oltre 1.000 metri di altitudine di Leonessa, sviluppando una vitalità fuori dal comune e un latte di alta qualità.

Oggi l’azienda conta circa 250 capi, gestiti dai due fratelli Rossetti e dalle loro collaboratrici che operano nel caseificio. La trasformazione del latte in vari formaggi è iniziata nel 2008, dopo un periodo di insoddisfazione relativo alla vendita del latte, che veniva pagato a prezzi molto bassi e spesso richiesto in quantità esigue. Decidendo di intraprendere un percorso di trasformazione, la famiglia ha trovato una nuova strada di successo, portando sul mercato una gamma di prodotti caseari innovativi per la zona.

Allevare bufale in montagna: come l’agricoltura locale ha riscoperto una tradizione

L’allevamento delle bufale è storicamente associato a zone umide e paludose, a causa delle particolari esigenze di questi animali. Originari dell’Asia, le bufale hanno la pelle scura e la mancanza di ghiandole sudoripare, il che le rende vulnerabili al surriscaldamento ambientale. Tradizionalmente, tale allevamento si concentrava in regioni come la Piana del Sele e l’Agro Pontino. Contrariamente a queste aspettative, i Rossetti hanno dimostrato che le bufale possono prosperare anche in un contesto montano, dove le temperature rimangono generalmente miti e c’è sufficiente acqua disponibile.

Le bufale dell’Azienda Agricola Sant’Andrea vivono in un ambiente controllato e curato, dove, accanto alla stalla, viene mantenuto un bacino d’acqua. Sebbene preferiscano rimanere nei loro ricoveri durante l’estate, queste creature richiedono particolare attenzione durante i mesi invernali, quando le temperature possono calare drasticamente. Per garantire il loro benessere, viene fornita un’assistenza adeguata e mirata.

I prodotti di bufala del caseificio Sant’Andrea: un circolo virtuoso di produzione

L’Azienda Agricola Sant’Andrea non è solo un allevamento, ma un esempio di filiera corta e sostenibile. Con una superficie di 150 ettari dedicata alla produzione di foraggio, la famiglia Rossetti garantisce un’alimentazione completamente autoprodotta per le loro bufale, escludendo l’uso di mangimi esterni, fatta eccezione per la soia. Questo approccio non solo assicura la qualità dell’alimentazione degli animali, ma contribuisce anche a mantenere il controllo sul processo produttivo.

A soli 50 metri dalla stalla si trova il caseificio, dove vengono trasformati i prodotti lattei: mozzarelle, burrate, ricotta, così come specialità come scamorze e caciotte. Questi prodotti sono il frutto di un’innovazione continua, che riunisce tradizione e qualità artigianale. Per gli appassionati delle specialità locali, l’Azienda offre anche la possibilità di acquistare i prodotti direttamente in loco, oltre a una rete di distribuzione nelle botteghe di gastronomia tra Ascoli, Cascia e Norcia.

Guardando al futuro, la famiglia Rossetti sta esplorando ulteriori opportunità per espandere l’azienda, inclusa la lavorazione delle carni derivanti dagli animali a fine carriera. Sebbene l’uso della carne di bufala non sia comune nella regione, è già in fase di sperimentazione la produzione di salumi a base di carne bufalina, con risultati promettenti.

Redazione

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