La scalata al potere e la caduta di Fabrizio 'Diabolik' Piscitelli: dagli Irriducibili della Lazio al traffico di droga internazionale - Occhioche.it
La storia di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, è una narrazione intricata di potere, criminalità e estremismo politico. La sua ascesa al vertice degli Irriducibili, il gruppo ultras più intransigente della Curva Nord della Lazio, e la successiva caduta in seguito a una serie di accuse penali, offre uno sguardo ravvicinato sul mondo oscuro degli ultras italiani.
La carriera criminale di Fabrizio Piscitelli ebbe inizio più di vent’anni fa, ben prima che si affermasse come leader degli Irriducibili all’inizio degli anni Duemila. La sua influenza sul gruppo ultras più oltranzista della Curva Nord della Lazio fu significativa e duratura, caratterizzata da una lunga serie di azioni controverse.
Nel 2000, durante la partita Lazio-Bari, gli Irriducibili fecero scalpore a livello mondiale esponendo uno striscione in Curva Nord in onore di Zeljko Raznatovic, noto come Arkan, un criminale di guerra serbo accusato di genocidio e crimini contro l’umanità, morto proprio in quei giorni. Questo gesto, che suscitò indignazione e condanna internazionali, evidenziò i legami di Piscitelli e degli Irriducibili con gli ambienti dell’estrema destra.
Due anni fa, gli Irriducibili finirono nuovamente sotto i riflettori per aver affisso adesivi di chiaro stampo antisemita che ritraevano Anna Frank con la maglia giallorossa nella Curva Sud dei cugini romanisti. Inoltre, appena un anno fa, un volantino a firma del sedicente “direttivo Diabolik Pluto” , vietava alle donne di stare nelle prime dieci file della Curva Nord, considerato un “luogo sacro” della tifoseria biancoceleste.
La caduta di Piscitelli iniziò nel 2013, quando fu arrestato dopo un mese di ricerche in un appartamento alla periferia di Roma, dove si nascondeva dalla Guardia di Finanza. ‘accusa era di essere a capo di un gruppo criminale che gestiva un traffico di droga internazionale lungo l’asse Italia-Spagna. Nel covo venne trovato anche un arsenale che avrebbe potuto essere utilizzato per gli scontri allo stadio.
Due anni dopo, nel 2015, Piscitelli fu condannato, insieme ad altri tre capi ultrà della Curva Nord, per il tentativo di scalata alla Lazio. Un’inchiesta che coinvolse anche l’ex leggenda biancoceleste, Giorgio Chinaglia. Nel 2016, le Fiamme Gialle gli sequestrarono beni per due milioni di euro, compresa la sua villa a Grottaferrata. Un immobile che poi fu soggetto a revoca della confisca da parte della Cassazione.
La storia di Fabrizio ‘Diabolik’ Piscitelli è un esempio lampante di come il mondo degli ultras italiani possa essere un terreno fertile per la criminalità e l’estremismo politico. La sua ascesa al potere e la successiva caduta rappresentano un monito sulla necessità di vigilare e contrastare questi fenomeni all’interno dello sport.
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