La tragica epopea di Jacqueline Kennedy: dal sogno americano al destino beffardo

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La tragica epopea di Jacqueline Kennedy: dal sogno americano al destino beffardo - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 26 Maggio 2024 by Giordana Bellante

‘immagine indelebile di Jacqueline Kennedy che emerge nella mia memoria è quella più sconvolgente, più drammatica. È il 22 novembre 1963, ore 12.30. Lei, con il suo abito rosa, si protende sul cofano della Lincoln presidenziale scoperta, cercando di afferrare un frammento della materia celebrale del marito John, appena colpito a Dallas. Un gesto istintivo, irrazionale, disperato, poetico.

La fine di un sogno

Con lo stesso tailleur di Chanel, macchiato di sangue, la first lady, che da quel momento non lo sarà più, sull’aereo che riporta la salma di suo marito a Washington assiste, con alto senso del dovere, al giuramento del nuovo presidente, Lyndon B. Johnson. Tutto è finito in pochi istanti, quelli immortalati dalla telecamera amatoriale del sarto Abraham Zapruder. La coppia più bella del mondo è dissolta. Lui un corpo senza vita, lei con quel vestito imbarazzante e gli occhi stravolti.

È finita Camelot, la corsa allegra sul prato della Casa Bianca dei bambini John Jr. e Caroline, la saga delle gite in barca a Hyannis Port, i vestiti di Oleg Cassini, il fascino con il quale stregava chiunque la sfiorasse, persino il burbero Kruscev e il segaligno De Gaulle.

Dolore e felicità

Poche donne hanno conosciuto tanta felicità e tanto dolore come Jacqueline Bouvier Kennedy. Due figli perduti, Arabella nata senza vita nel 1956 e Patrick vissuto due giorni soli, nell’agosto di quel maledetto 1963. Poi un marito ucciso, dieci anni dopo il matrimonio, quando lei aveva solo 34 anni.

Essere a sua volta scomparsa, per il linfoma non Hodgkin, nel 1994 a 65 anni, le ha impedito di conoscere lo strazio per l’assurda morte di suo figlio John Jr, su quel volo nel quale perirono anche la moglie e la cognata.

In fuga dai fantasmi

Per un anno intero, dopo la morte di John, dopo quel funerale in cui John Jr, a soli tre anni, salutò militarmente la bara del padre, dopo la cerimonia funebre di Robert che forse amava, a Jacqueline Bouvier sembrò che il senso di morte che aveva attraversato la sua vita fosse diventato eccessivo. E partì per l’Europa dove, in Grecia, fece la scelta che nessuno si aspettava. Sposò Aristotele Onassis, francamente il contrario della sua scelta precedente.

E poi 20 anni di silenzio.

Gli ultimi venti anni di Jackie sono avvolti nel silenzio. Poche apparizioni pubbliche, solo cultura, arte, fotografia, contributi alla memoria dei Kennedy. Nulla di pruriginoso, come ci si aspettava da parte di qualcuno. Solo storia, ricostruzione politica e personale. Jackie è rimasta sempre com’era. Enigmatica, elegante, riservata, misteriosa.

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