Ultimo aggiornamento il 6 Giugno 2024 by Luisa Pizzardi
Contesto: Un nuovo video emerso tra i tanti filmati amatoriali relativi alla tragedia del Natisone mostra un vigile del fuoco impegnato in un estenuante tentativo di raggiungere tre ragazzi, simbolo di questa disgrazia, intrappolati tra le acque torrenziali del fiume.
Il coraggioso tentativo di un vigile del fuoco di salvare i tre giovani nel Natisone
La lotta contro la corrente e la resa forzata
Il video, emozionante e straziante allo stesso tempo, cattura l’attimo in cui un vigile del fuoco, specializzato in interventi di questo tipo, si lancia in acqua, sfidando la furia impetuosa del fiume Natisone, per tentare di raggiungere i tre giovani che, abbracciati, cercano disperatamente aiuto da uno scoglio. Assicurato a una corda, con i suoi colleghi all’altra estremità, l’eroico soccorritore inizia a nuotare, lottando contro la corrente che lo spinge verso riva, allontanandolo dai ragazzi in pericolo.
Nonostante l’addestramento e l’atletismo, il vigile del fuoco, dopo alcune bracciate, è costretto a fermarsi e a tornare a riva, ben consapevole che Patrizia, Bianca e Cristian sono irraggiungibili via fiume. Il giovane soccorritore ci riprova una volta e ancora una volta, senza successo.
La ricerca continua: l’impegno instancabile dei soccorritori e la speranza delle famiglie
Il settimo giorno di ricerche e le dichiarazioni del legale dei Molnar
Oggi, il paesaggio del Natisone e della zona circostante a Premariacco è completamente diverso da quel giorno fatidico: il bel tempo è tornato, il fiume scorre tranquillo e con poca acqua, e gli scogli, i cespugli e gli anfratti riemergono lentamente alla vista. Tuttavia, c’è un’unica cosa che tutti sperano di trovare e che ancora non è stata ritrovata: il corpo di Cristian Molnar.
Giunti al settimo giorno di ricerche, più di ottanta soccorritori stanno operando senza sosta, impiegando vari mezzi, terrestri e marini, per localizzare il giovane disperso. Nei giorni scorsi, la scoperta di una maglietta e un paio di pantaloni aveva acceso una flebile speranza, subito spenta dopo aver appurato che gli indumenti non appartenevano a Cristian.
In una nota diffusa attraverso il loro legale, avvocato Gaetano Laghi, i familiari di Cristian Molnar hanno espresso la loro piena fiducia nell’inchiesta aperta dalla Procura di Udine, convinti che verranno accertate le eventuali responsabilità nei ritardi dei soccorsi prestati ai tre ragazzi. Inoltre, la famiglia Molnar ha chiesto che non vengano pubblicate foto dei loro congiunti, al fine di rispettare l’ansia e l’angoscia che stanno provando in questi terribili momenti, e si uniscono al dolore delle famiglie Cormos e Doros.
Mentre le indagini della Procura di Udine proseguono senza che trapelino indiscrezioni, il presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga, è nuovamente intervenuto sulla questione, ribadendo che i protocolli sui soccorsi sono nazionali e che spetta alla parte tecnica fare le valutazioni per capire se sia stato fatto il massimo rispetto ai protocolli esistenti. Fedriga ha, inoltre, espresso il suo dissenso riguardo alle polemiche su questo tema, definendole una speculazione assolutamente fuori luogo rispetto alla tragedia avvenuta.