La tragica storia di Luana D'Orazio: morta a 22 anni sul lavoro, lasciando un bambino e una famiglia devastata - Occhioche.it
Il 3 maggio 2021, Luana ‘Orazio si trovava al lavoro in un’azienda tessile di Montemurlo, vicino a Prato, quando è stata vittima di un terribile incidente. La giovane donna è stata inghiottita dal macchinario che stava manovrando, morendo sul colpo. La notizia della sua morte ha sconvolto la sua famiglia, in particolare sua madre Emma, che ancora oggi fatica ad accettare la perdita della figlia.
In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, Emma ha raccontato il momento in cui ha appreso la notizia della morte di Luana. “Ero a casa quando suonarono alla porta – ha raccontato – Andai ad aprire e vidi due carabinieri. Uno di loro era chinato sul cancello… come se fosse disperato. Fu lui a chiedermi: ‘È lei la signora ‘Orazio?’ Pensai a un incidente stradale a Luana e risposi: sì, sono io ma si sbaglia, mia figlia sta lavorando, non può aver fatto un incidente. Disse: ‘No, signora, nessun errore. La prego ci apra’. A quel punto il mio cuore prese a battere fortissimo. Portavano cattive notizie, non volevo aprire. E così quel povero carabiniere fu costretto a dirmelo là fuori: ‘Signora, purtroppo sua figlia è morta’. Gli ho tirato lo stendino, le mollette, ripetevo: non è vero, non è vero niente. Vada a prenderla e me la porti qui. vicini ricordano ancora le mie urla…”
‘inchiesta sulla morte di Luana ‘Orazio ha evidenziato che l’impianto su cui la giovane donna stava lavorando era senza alcuna protezione ed era stato manomesso, settato alla velocità “lepre”, la più alta. Il giorno della sua morte, Luana stava lavorando su un orditoio, un macchinario utilizzato nella produzione di tessuti, che l’ha inghiottita e uccisa in pochi istanti.
La madre di Luana, Emma, ha dichiarato di volersi batt
Emma, la madre di Luana ‘Orazio, si è attivata per chiedere che sia riconosciuto il reato di omicidio sul lavoro, in modo da garantire una pena più severa per i responsabili di incidenti mortali sul posto di lavoro. Tuttavia, il Ministro della Giustizia ha dichiarato di essere contrario a questa proposta.
“Vorrei chiedere al Ministro: lei metterebbe sua figlia davanti a un macchinario senza protezioni? – ha detto Emma – Non tutti gli incidenti sul lavoro sono dolosi, ma nel nostro caso lo era. ‘è stato dolo nel manomettere quell’orditoio. E questo io lo chiamo omicidio, non infortunio”
titolari dell’azienda dove lavorava Luana ‘Orazio hanno patteggiato la pena. Luana Coppini, titolare della ditta di Montemurlo, in provincia di Prato, dove è avvenuto l’incidente mortale, è stata condannata a 2 anni di reclusione, mentre per il marito Daniele Faggi, titolare di fatto, la pena è di 1 anno e 6 mesi. Entrambe le pene prevedono la sospensione condizionale.
Emma ha trovato una ragione di vita in Alessio, il bambino che Luana aveva avuto da giovanissima e che oggi ha 8 anni. “Non chiede di sua madre – racconta la nonna – ma quando giochiamo, quando guardiamo la tv, quando facciamo qualcosa che gli ricorda lei, me lo fa sempre notare. Mi dice: ‘Questo lo faceva anche mamma’ oppure ‘Queste le mangiavo assieme a mamma’.”
Luana teneva un bigliettino nella cover del telefono con su scritto “Non temere, io sono con te”. Emma ha dichiarato di essere certa che sua figlia sia ancora con lei e con il suo bambino.
Ogni anno, il 3 maggio, la famiglia di Luana ‘Orazio si riunisce per ricordare la giovane donna e per lottare affinché incidenti come quello che le è costato la vita non si ripetano più. La sua eredità è un monito per tutti affinché la sicurezza sul lavoro sia sempre una priorità assoluta.
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