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La Via Appia: il 60° sito italiano dichiarato Patrimonio dell’Unesco dopo la decisione di New Delhi

Il riconoscimento della Via Appia come Patrimonio dell’Unesco rappresenta un importante traguardo per l’Italia, diventato il 60° sito del paese a ricevere tale onore. La decisione del Comitato del Patrimonio Mondiale, avvenuta a New Delhi, segna una tappa fondamentale per il patrimonio culturale e storico italiano, in particolare per la valorizzazione delle importanti vie di comunicazione antiche.

Il ruolo del ministero della cultura nella candidatura

Un processo coordinato e collaborativo

La candidatura della Via Appia è stata la prima a essere promossa direttamente dal ministero della Cultura, che ha guidato l’intero processo di raccolta e presentazione della documentazione necessaria per l’iscrizione. Questo risultato non è stato ottenuto isolatamente; infatti, ha coinvolto un ampio network di collaborazioni che ha incluso le regioni LAZIO, CAMPANIA, PUGLIA e BASILICATA, nonché ben 13 città metropolitane e province e 74 comuni, assicurando una rappresentanza delle varie realtà locali. L’impegno del ministero degli Affari Esteri e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede ha ulteriormente arricchito la candidatura, contribuendo a mettere in evidenza l’importanza storica e culturale della via.

Il ministro Gennaro Sangiuliano ha espresso il suo orgoglio per questo grande risultato e ha sottolineato il valore universale del patrimonio architettonico e ingegneristico della Via Appia. Questo riconoscimento non solo celebra la storia millenaria della strada, ma offre anche la possibilità di un nuovo sviluppo economico in grado di generare benefici tangibili per i territori interessati.

Una visione pubblica e privata

Con l’iscrizione nella lista del Patrimonio Mondiale, si prevede un aumento dell’interesse locale, nazionale e internazionale verso la Via Appia. Questa possibilità non si limita solo ai benefici economici, ma anche a un’opportunità per le comunità di coinvolgersi nella valorizzazione e nella tutela del proprio patrimonio. La cooperazione tra istituzioni e realtà locali potrà promuovere eventi e attività culturali, sostenendo così il turismo e l’educazione storica.

Una storia millenaria: dalla costruzione ai giorni nostri

Dall’antichità a oggi

La Via Appia, conosciuta anche come “Regina Viarum,” ha iniziato la propria costruzione nel 312 a.C. ed è stata parte integrante della rete di strade romane che hanno facilitato il commercio e i viaggi tra Roma e il resto dell’Impero. Originariamente, collegava Roma a Capua e, successivamente, fu estesa fino a Benevento e Taranto. Questo importante asse stradale non solo aumentò il traffico commerciale, ma assunse anche un valore simbolico di collegamento tra le diverse culture del Mediterraneo e dell’Oriente.

La Via Appia è nota anche per i suoi eventi storici, come la famosa crocifissione di Spartaco, che avvenne lungo il suo percorso, richiamando l’attenzione sulla sua importanza non solo commerciale, ma anche storica e sociale. Durante i secoli, la strada ha subito periodi di gloria alternati a momenti di declino, in particolare con l’emergere di percorsi alternativi più efficienti, come la Via Traiana.

Il declino e la riscoperta

Il degrado della Via Appia culminò con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C., quando la sua manutenzione divenne irregolare e le condizioni della strada si deteriorarono notevolmente. Gran parte dell’antico percorso è stata dimenticata, inclusa la sezione che univa Puglia e Basilicata, il cui restauro non avvenne fino al Novecento. Al contrario, il tratto che collega Roma a Capua è rimasto noto e ha continuato a esercitare un fascino duraturo nel tempo.

Il riconoscimento della Via Appia come Patrimonio dell’Unesco rappresenta quindi non solo un omaggio a una strada leggendaria, ma anche una nuova opportunità per mettere in luce la vasta eredità storica e culturale dell’Italia. In questo modo, il mondo potrà nuovamente scoprire e apprezzare una delle meraviglie della costruzione antica che ha attraversato secoli e culture.

Luisa Pizzardi

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