La vita intensa e spettacolare di Fabrizio Capucci: da attore a produttore, tra amori e avventure

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La vita intensa e spettacolare di Fabrizio Capucci: da attore a produttore, tra amori e avventure - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 30 Maggio 2024 by Giordana Bellante

Nella sua villa sull’Appia Antica, circondato da alberi secolari e piante esotiche, Fabrizio Capucci trascorre i suoi momenti più intimi, lontano dai riflettori che lo hanno accompagnato per tutta la vita. La sua casa, un museo di mobili d’epoca, statue e quadri dell’Ottocento, custodisce i ricordi di una vita vissuta al massimo, tra tante avventure, tante donne e tanti mestieri. Da attore a cantante, da mercante d’arte a produttore pubblicitario, da presidente di una squadra di calcio alla rinuncia a un lungo contratto americano con la Warner Bros, Fabrizio Capucci ha fatto di tutto, tranne che annoiarsi. Oggi, a 84 anni, ha deciso di mettere nero su bianco la sua storia in un libro, “Credevo di essere felice”, scritto con Daniela Cicchetta .

“Sognatore impavido e inarrestabile, ho avuto molto e quello che mi è stato tolto l’ho nascosto nei silenzi”

Fabrizio Capucci non ha rimpianti. La sua è stata una vita intensa, vissuta sempre al massimo, senza paura di sognare in grande. “Sono un sognatore impavido e inarrestabile, ho avuto molto, e quello che mi è stato tolto l’ho nascosto nei silenzi. Come cantava Edith Piaf, ‘non rimpiango niente. Né il bene e il male che ho ricevuto, né quello che ho fatto'”, racconta.

Tra i suoi ricordi più cari, c’è sicuramente quello del suo esordio come attore nel film “Il terrore dei barbari”, accanto a Steve Reeves, eroe di tanti film ambientati nell’antica Roma. “Prima avevo avuto solo piccolissimi ruoli, anche in ‘La dolce vita’, dove ero un fotografo-paparazzo. Lavorare a vent’anni con Federico Fellini fu un’esperienza indimenticabile, un’amicizia durata nel tempo, anche con sua moglie Giulietta Masina, racconta.

“Ho comprato un night per gelosia”

Ma Fabrizio Capucci non è stato solo un attore. La sua vita è stata costellata di avventure e di donne, tra cui Catherine Spaak, la donna che ha amato follemente e che lo ha reso famoso come “il marito o l’ex marito di Catherine Spaak”. “Sono etichette che ti danno i giornali e poi ti restano addosso. Avevo 22 anni, ero appena tornato dalla Francia dove avevo girato con alcuni registi della Nouvelle Vague come Claude Chabrol e Édouard Molinaro, quando conobbi Catherine sul set della ‘Voglia matta’: era giovanissima, con una sensualità magnetica”, racconta.

“Le ho amate tante, ma mai per smania di seduzione”

Dopo Catherine Spaak, Fabrizio Capucci ha avuto tante altre donne, ma non si è mai considerato un seduttore. “Ne ho amate tante, storie lunghe o anche solo di una notte, ma mai per smania di seduzione. Le ho ammirate, rispettate. Ho avuto sette figli, da più di quarant’anni c’è Giada accanto a me, la moglie numero due”, racconta.

Tra le tante donne che ha conosciuto, c’è anche Megan Gale, che ha lanciato in una fortunata serie di spot. “Con lei solo una storia professionale. ‘avevo scoperta a Sydney, da produttore pubblicitario, quando gli spot si chiamavano ancora caroselli. Nei provini l’avevano scartata perché troppo alta. Io però ero convinto che fosse quella giusta, e ho avuto ragione”, racconta.

“Ho fatto l’amore con la vita”

Oggi Fabrizio Capucci guarda al passato con nostalgia, ma anche con orgoglio. “Ho fatto un cammino lungo, con il piede sempre sull’acceleratore. Il tempo ha cambiato i lineamenti, il volto, il corpo, ma non il mio cuore. Io ho fatto l’amore con la vita. Spero di farlo anche con la morte”, conclude.

“Dalle avventure hollywoodiane al matrimonio con Catherine Spaak: gli amori di Fabrizio Capucci”

Fabrizio Capucci ha amato tante donne nella sua vita, ma ce n’è una che ha segnato il suo cuore più di tutte: Catherine Spaak. “Avevo 22 anni, ero appena tornato dalla Francia dove avevo girato con alcuni registi della Nouvelle Vague come Claude Chabrol e Édouard Molinaro, quando conobbi Catherine sul set della ‘Voglia matta’: era giovanissima, con una sensualità magnetica”, racconta.

Il loro amore è stato intenso, ma anche turbolento. “Quando arrivò Sabrina era il 1963, Catherine aveva 18 anni, ancora minorenne per quei tempi. Io cercavo in tutti i modi di esserle vicino, e anche di aiutarla a scegliere i film di un certo livello, e non tutti quei ruoli che continuavano a proporle per esaltare il suo erotismo, ma spesso mi percepiva come un nemico”, racconta Fabrizio Capucci.

Dopo la separazione, le cronache riportavano litigi e ripicche tra i due ex coniugi. “Abbiamo sbagliato tante cose, ma con il tempo ci eravamo ritrovati. Pochi giorni prima che morisse, ero andato a trovarla in ospedale, e aprendo la porta della stanza avevo visto Sabrina accanto a lei. Un nodo in gola mi aveva rubato le parole. Nostra figlia ci ha osservati per un po’, con meraviglia, con gioia, poi ci ha lasciati soli e lei, in quel letto di ospedale, mi sembrò improvvisamente così fragile, provata, la pelle sottile che faceva trasparire la sofferenza. La vita ci aveva divisi e regalato altri amori, eppure quello che avevamo vissuto insieme era unico, e indissolubile”, racconta Fabrizio Capucci.

Ma Fabrizio Capucci non ha amato solo Catherine Spaak. Tra le sue tante avventure, c’è anche una storia con Megan Gale, che ha lanciato in una fortunata serie di spot. “No, con lei solo una storia professionale. ‘avevo scoperta a Sydney, da produttore pubblicitario, quando gli spot si chiamavano ancora caroselli. Nei provini l’avevano scartata perché troppo alta. Io però ero convinto che fosse quella giusta, e ho avuto ragione. Ho lavorato con tanti testimonial: John Travolta, Nicholas Cage, Jacqueline Bisset, Alain Delon, Raffaella Carrà, Nino Manfredi. Ho voluto Fellini alla regia di uno storico spot di Barilla. Ho convinto Sergio Leone a dirigere lo spot di un whisky, pure se mi aveva detto: ‘Ma io in trenta secondi non faccio in tempo nemmeno a battere il ciak!'”, racconta Fabrizio Capucci.

Oggi Fabrizio Capucci guarda al passato con nostalgia, ma anche con orgoglio. “Ho fatto un cammino lungo, con il piede sempre sull’acceleratore. Il tempo ha cambiato i lineamenti, il volto, il corpo, ma non il mio cuore. Io ho fatto l’amore con la vita. Spero di farlo anche con la morte”, conclude.

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