La voce femminile nella storia della televisione: '30x70 - Se dico donna' su RaiPlay e Rai2 - Occhioche.it
La storia della televisione italiana si arricchisce con un nuovo e affascinante progetto dedicato alle donne che hanno segnato l’evoluzione del piccolo schermo. Il programma ‘30×70 – Se dico donna‘, disponibile su RaiPlay e in onda su Rai2, celebra il contributo femminile alla televisione attraverso trenta figure emblematiche che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della Rai.
Il progetto nasce in concomitanza con le celebrazioni del settantesimo anniversario della televisione pubblica italiana. Come spiega Lorenza Fruci, autrice della serie, l’iniziativa rappresenta non solo un tributo ma anche una rilettura del passato attraverso le storie di donne che hanno contribuito significativamente alla televisione. Con il supporto della professoressa Anna Bisogno, la serie esplora il percorso professionale di queste trentadue protagoniste, creando un racconto che intreccia storie personali e vicende collettive legate all’evoluzione della televisione stessa.
La serie si propone come un mosaico di esperienze diverse, che mette in luce il valore e l’importanza del lavoro svolto dalle donne dietro e davanti le telecamere. L’obiettivo finale è tracciare un solco per future narrazioni, un invito a riconoscere e valorizzare il contributo femminile non solo nella storia della Rai, ma anche in quella della società italiana.
Ogni puntata di ‘30×70 – Se dico donna‘ è un’opportunità per scoprire le storie di trenta icone della televisione italiana, raccontate dalla conduttrice Francesca Barolini. Attraverso un ricco repertorio di materiale d’archivio fornito dalle Teche Rai, il programma offre uno sguardo approfondito sulle vite e le carriere di donne che hanno plasmato il panorama televisivo italiano.
Questo racconto non si limita solamente a nominare volti noti come Raffaella Carrà e Mina; include anche figure meno mediatiche ma altrettanto significative. Ad esempio, ritroviamo nomi quali Tilde Capomazza, il cui programma ‘Si dice donna‘ ha rappresentato una pietra miliare per il femminismo in televisione, e critiche come Claudia Vinciguerra, che hanno saputo rompere gli schemi tradizionali. Questo percorso generazionale non solo illustra il progresso delle donne nel mondo dello spettacolo, ma pone anche l’accento sulle sfide quotidiane e sugli stereotipi che continuano a persistere nel settore.
Un aspetto cruciale del programma è la riflessione sull’immagine femminile in televisione nel corso degli ultimi settant’anni. Sebbene si siano fatti significativi passi avanti, molte delle problematiche precedenti rimangono attuali. Come sottolineato da Lorenza Fruci, la realtà televisiva è uno specchio di una società complessa, dove l’immagine della donna è spesso sotto attacco e soggetta a stereotipi.
Il programma si propone di esaminare questo aspetto attraverso ricordi e storie di professioniste come Donatella Scarnati, nota per il suo ruolo nel giornalismo sportivo, e Gabriella Ferri, la quale ha portato sullo schermo una narrazione storicamente rilevante. Ci si sofferma anche su donne come Carmen Lasorella, Franca Leosini e Donatella Raffai, le cui esperienze hanno ridefinito il concetto di servizio pubblico. La serie intende quindi restituire dignità e visibilità a tutte quelle donne che, pur rimanendo in ombra, hanno contribuito a creare un linguaggio nuovo e a dare una voce a temi significativi per il pubblico.
‘30×70 – Se dico donna’ non si limita a rievocare solo le grandi icone, ma cerca anche di dare voce a quelle professioniste che operano dietro le quinte. Molti di loro meritano di essere raccontati, come Alida Cappellini, una scenografa di grande talento che ha influenzato progetti significativi. Nonostante le sfide nel compilare una lista di sole trenta professioniste, l’intento di Fruci e del suo team è stato quello di rappresentare un campionario variegato e significativo della storia della televisione.
Il programma, diretto da Luca Rea, è descritto come un lavoro corale che ha coinvolto professionisti di diverse aree della Rai. Gli archivi sono stati esplorati meticolosamente per estrarre immagini e racconti che creano un affresco unico e diverso da quelli usualmente proposti. Maurizio Imbriale, direttore di Rai Contenuti Digitali e Transmediali, ha enfatizzato come questo progetto rappresenti un modello di cambiamento per la televisione, fornendo alle donne la visibilità che meritano e contribuendo a rinnovare l’immagine della Rai e il suo ruolo nella società italiana.
Le celebrazioni per il settantesimo anniversario della Rai si dimostrano quindi non solo un momento di festa, ma anche un’opportunità per ridefinire le narrazioni e rendere omaggio a tutte quelle donne che, con il loro impegno, hanno fatto la storia della televisione.
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