Un momento di grande significato spirituale e comunitario si è svolto a L’Aquila, dove l’arcivescovo Antonio D’Angelo insieme al sindaco Pierluigi Biondi hanno proceduto alla chiusura della Porta Santa. Questo atto rappresenta la conclusione dell’indulgenza plenaria conferita da papa Santo Celestino V nel 1294, all’interno della Bolla che istituì il primo Giubileo della storia.
Alle 19.33, in una cerimonia ricca di emozione, l’arcivescovo D’Angelo e il sindaco Biondi hanno ufficialmente chiuso la Porta Santa. Questa cerimonia segna la fine di un ciclo di perdono e riconciliazione, iniziato con l’apertura di questo simbolo spirituale. Il rito è stato accompagnato da una messa stazionale, celebrata da monsignor D’Angelo. Durante l’omelia, il sacerdote ha fatto riferimento all’episodio evangelico di San Giovanni Battista, collegandolo al tema della misericordia. Ha esortato i fedeli a rafforzare i propri valori interiori, sottolineando che l’incontro con la misericordia “rigenera” e “genera” la coscienza di ciascuno. L’auspicio di D’Angelo era quello che queste celebrazioni potessero aiutare a superare le ambiguità personali, consentendo un rinnovato incontro con Dio.
Alla chiusura della Porta Santa è seguita l’estinzione del braciere della Pace, situato sulla torre di Collemaggio, da parte del sindaco Biondi. Questo fuoco, acceso il 23 agosto, è un simbolo di speranza e di unità, e la sua estinzione segue di pochi istanti l’atto sacro della chiusura. Con l’estinzione del braciere si è avviato il corteo di rientro, un momento di riflessione condivisa che ha visto la partecipazione di numerosi fedeli. L’eco di questo evento ha risuonato nei cuori dei partecipanti, richiamando l’importanza della comunità e dei legami che uniscono le persone in un’idea di pace e riconciliazione.
Durante la celebrazione, il sindaco Biondi ha evocato le parole di Ignazio Silone, citando un’invettiva rivolta da Celestino V a Bonifacio VIII. “Dio ha creato le anime, non le istituzioni. Le anime sono immortali, non le istituzioni, non i regni, non gli eserciti, non le chiese, non le nazioni.” Questo passaggio sottolinea l’idea di una spiritualità viva, distinta dalle strutture e dalle istituzioni politiche. La riflessione del sindaco ha trovato risonanza tra i partecipanti, invitandoli a considerare l’importanza della dimensione spirituale nella vita quotidiana e nella cultura civile.
La cerimonia ha così rappresentato non solo un momento di chiusura, ma anche un significativo richiamo ai valori di comunità e di perdono. La celebrazione della Perdonanza, con le sue radici storiche profonde, continua a esercitare un’attrazione particolare per i cittadini e i visitatori, offrendo uno spazio di riflessione e di unione. Questo evento annuale porta con sé l’eco delle tradizioni, della cultura locale e della fede, rendendo L’Aquila un centro spirituale riconosciuto nel panorama italiano. La chiusura della Porta Santa segna un’opportunità per rinnovare il senso di comunità e di amicizia tra le persone, mantenendo viva la memoria di ciò che rappresenta per la storia e per il futuro.
L’importanza del Giubileo di Celestino V e di questo periodo di indulgenza non può essere sottovalutata: è un momento di introspezione collettiva, una pietra miliare nel percorso di ogni individuo verso la riconciliazione.
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