Ultimo aggiornamento il 13 Dicembre 2023 by Redazione
Arrestati quattro imprenditori cinesi nel settore tessile per sfruttamento lavorativo
Quattro imprenditori cinesi nel settore tessile sono stati arrestati a seguito di indagini condotte dai finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Bologna, su disposizione della Procura di Bologna. Gli imprenditori sono accusati di sfruttamento lavorativo, in quanto costringevano i dipendenti a turni di lavoro estenuanti, senza riposo e con compensi inferiori ai parametri del contratto collettivo nazionale di categoria.
Condizioni degradanti e precarie per i dipendenti
Le indagini hanno rivelato che i dipendenti erano costretti a lavorare oltre 14 ore al giorno, sette giorni alla settimana, senza alcun riposo. Inoltre, erano costretti a vivere in dormitori sul posto di lavoro, in condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza degradanti. Queste condizioni precarie e degradanti violano i diritti dei lavoratori e mettono a rischio la loro salute e sicurezza.
Secondo quanto emerso dalle indagini, gli imprenditori cinesi si avvalevano di prestanome per gestire “di fatto” almeno otto ditte individuali e società. Questo stratagemma permetteva loro di eludere le leggi e di sfruttare i dipendenti senza essere scoperti.
Sequestrati beni per oltre dieci milioni
Come risultato delle indagini, sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di oltre dieci milioni di euro. Tra i beni sequestrati ci sono quattro opifici, situati a Bentivoglio, Granarolo dell’Emilia e Rovigo. Questi beni rappresentano il frutto dell’attività illecita degli imprenditori cinesi nel settore tessile.
L’arresto di questi quattro imprenditori cinesi rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro lo sfruttamento lavorativo e le condizioni precarie dei dipendenti nel settore tessile. È fondamentale che le autorità continuino a monitorare attentamente le attività delle imprese per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e la tutela della loro salute e sicurezza.