Non sempre i banchi di scuola servono solo a imparare formule o date storiche. A volte diventano il luogo giusto per affrontare questioni che toccano nel profondo. È successo ad Ariccia, al Liceo James Joyce, dove si è tenuto un incontro dal valore speciale: si è parlato apertamente di disturbi del comportamento alimentare, delle difficoltà legate al corpo, del rapporto col cibo e con sé stessi.
Il progetto, firmato Road to green 2020, si chiama Mangio dopo! ed è parte dell’iniziativa più ampia Legal Love, che porta nelle scuole dialogo e consapevolezza. Un’occasione non scontata, fortemente sostenuta dalla consigliera regionale Edy Palazzi, che non solo ha voluto l’incontro, ma ha scelto di essere presente. Con lei, Barbara Molinario, presidente dell’associazione promotrice, e un gruppo di professionisti capaci di guardare in faccia le difficoltà reali dei ragazzi.
Tra le voci che si sono alternate, quella della dietista Emanuela Castellaneta ha lasciato il segno. «Non sempre i disagi si mostrano in modo chiaro», ha spiegato. «A volte la sofferenza passa per una dieta troppo rigida, per una rinuncia che sembra normale, per un allenamento che diventa ossessione». Ha parlato con empatia, mettendo in guardia contro abitudini apparentemente innocue, che però nascondono disagio e insicurezza.
Accanto a lei, la psicologa Lucia Dori Sabella, che ha affrontato il tema più spinoso: il legame tra autostima, percezione di sé e comportamento alimentare. «Quando ci si sente fuori posto, sbagliati, soli… il cibo può diventare un rifugio. O un nemico. Ma chiedere aiuto non è debolezza. È il primo passo per tornare a respirare».
Edy Palazzi, che da mesi lavora a una proposta di legge sui disturbi alimentari, ha scelto un tono sincero e diretto. «Sono qui per ascoltarvi. Perché credo che la prevenzione si costruisca con la scuola, con il confronto, con la vicinanza. I numeri, da soli, non bastano. Servono persone. E servono strumenti per non sentirsi soli».
Un messaggio chiaro, accolto con attenzione dagli studenti, che per una volta hanno potuto parlare senza filtri, senza paura di sentirsi giudicati.
Nel cuore dell’incontro è stato presentato un piccolo, grande strumento: un decalogo creato per aiutare i ragazzi a capire cosa è normale e cosa no nel rapporto con il cibo e con il corpo. Non regole, ma spunti di riflessione. Per esempio: non serve saltare i pasti per sentirsi meglio, fare sport dovrebbe far sorridere, cercare informazioni online va bene, ma le fonti vanno scelte con attenzione.
Parole semplici, ma dirette. Come un amico che ti prende da parte e ti dice: “Va bene così. Ma se qualcosa non ti fa stare bene, parlane.”
Quello che è successo tra le mura del liceo Joyce non è stato un evento qualsiasi. È stato un momento di verità condivisa, in cui ragazzi, docenti, esperti e istituzioni hanno costruito un ponte fatto di ascolto e rispetto.
Barbara Molinario, nel suo intervento conclusivo, lo ha detto con parole chiare: «La salute, la consapevolezza, il rispetto per sé e per gli altri… iniziano nelle scuole. Iniziano oggi. Insieme.»
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