Ultimo aggiornamento il 16 Aprile 2024 by Francesca Monti
Vittorio Bachelet fu assassinato mentre partecipava a un evento all’Università ‘La Sapienza’ di Roma, luogo simbolo di studi, riflessione e confronto culturale. Il dramma avvenne durante un dibattito sull’attualità legislativa con la presenza di importanti figure come Stefano Rodotà e Luciano Violante. I terroristi scelsero di colpire proprio personalità autorevoli e rappresentative della Repubblica, come Bachelet, per creare panico e instillare paura nella società. Il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura stava lavorando attivamente per riformare il sistema giudiziario e allinearlo ai valori costituzionali, rendendolo più adatto alle esigenze della società.
Vittorio Bachelet, figura di spicco del cattolicesimo sociale e uomo delle Istituzioni, era profondamente radicato nel contesto sociale del suo tempo, sensibile alle sfide e alle contraddizioni della società italiana del periodo. Come Aldo Moro, anche Bachelet incarnava un’idea elevata della politica, fondata su valori di comunità e partecipazione. La sua visione dello Stato come “casa comune” per tutti i cittadini, basata sulla fiducia reciproca tra governo e popolo, rappresentava un ostacolo per le strategie eversive dei brigatisti. Questo lo rese un obiettivo per i terroristi, che con spietato cinismo colpirono sia lui che Moro, due figure che condividevano la visione del cattolicesimo sociale come guida per la politica italiana.