Letsile Tebogo, campione olimpico dei 200 metri e medaglia d’argento nella staffetta 4×400, è stato accolto stamane da papa Francesco presso il Vaticano. Insieme a lui, ha partecipato all’incontro l’atleta ucraina Anna Ryzykova, bronzo a Londra nella staffetta 4×400. Questo evento ha rappresentato un’importante occasione di scambio tra sport e spiritualità, con due atleti che portano simbolicamente le storie e le speranze dei loro paesi.
Durante l’udienza generale, il Papa ha avuto modo di interagire con entrambi gli atleti, fornendo un messaggio di sostegno e amicizia. Letsile Tebogo ha colto l’occasione per chiedere una preghiera per sua madre, Elizabeth Seratiwa, scomparsa il 18 maggio scorso. Mostrando le scarpe con cui ha vinto le Olimpiadi, l’atleta ha rivelato che sono incise le iniziali del nome e la data di nascita della madre, che ha avuto un ruolo fondamentale nella sua vita e nella sua carriera. Le scarpe, simbolo delle sue conquiste, raccontano anche una storia personale di sacrificio e dedizione.
Anna Ryzykova, dal canto suo, ha chiesto al Pontefice di benedire la sua maglietta, condividendo una preghiera per il popolo ucraino duramente colpito dalla guerra. Questo gesto evidenzia l’unione tra sport e sociale, in cui gli atleti non solo rappresentano sé stessi ma anche le battaglie dei loro paesi.
Letsile Tebogo ha iniziato a correre scalzo nel 2019, una pratica comune in molte regioni povere dell’Africa, dove la mancanza di risorse rende difficile l’accesso a attrezzature sportive adeguate. Ha indossato le sue prime scarpe da corsa solo un anno dopo, quando ha ottenuto il suo primo successo nei campionati nazionali. Questo passaggio rappresenta un punto di svolta nella sua vita, in cui ha deciso di mettere da parte il calcio per dedicarsi all’atletica, lanciando la sua carriera sportiva verso vette straordinarie.
Tebogo ha evidenziato l’importanza del suo background africano, sottolineando come le sue vittorie sui 100 e 200 metri possano contribuire a porre l’attenzione non solo sul Botswana, ma sull’intero continente africano. L’atleta ha affermato che gli africani sono spesso visti esclusivamente come corridori di lunga distanza, ma ha desiderato che il mondo riconosca anche altre loro capacità e talenti.
Il momento più emotivo per Tebogo è stata la riflessione sulla figura della madre e la sua influenza nella sua vita. Elizabeth Seratiwa è stata una donna di fede, che ha lottato contro un cancro al seno fino alla sua morte. La perdita l’ha colpito profondamente e inizialmente ha pensato di abbandonare lo sport. Tuttavia, la sua vittoria alle Olimpiadi rappresenta una dedica alla madre e una testimonianza della resilienza che ha sempre cercato di trasmettere.
Con il sostegno della sua famiglia, in particolare di sua sorella di 12 anni, Tebogo ha realizzato il suo sogno, superando le difficoltà e raggiungendo risultati che all’inizio sembravano impossibili. Ha descritto se stesso come un “bambino iperattivo, senza speranze”, puntualizzando come lo sport e la dedizione materna gli abbiano aperto porte e opportunità che non avrebbe mai immaginato. Ha chiuso il suo racconto esprimendo il desiderio che ogni bambino in Africa possa avere accesso a simili possibilità, affinché possano sviluppare il loro potenziale in qualsiasi campo decidano di esplorare.
Ogni incontro con figure di prestigio come papa Francesco contribuisce non solo a promuovere lo sport ma anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle questioni sociali, rafforzando il messaggio di ottimismo e cambiamento.
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