Ultimo aggiornamento il 13 Gennaio 2024 by Redazione
Murales nella casa circondariale di Pistoia: l’arte come strumento di riqualificazione
L’artista volterrano Nico Lopez Bruchi ha realizzato un progetto di murales all’interno della casa circondariale di Pistoia, con l’obiettivo di trasformare gli spazi detentivi attraverso l’arte. L’iniziativa, ideata dalla direzione del carcere con il supporto della Fondazione Caript e la collaborazione di Marco Sera Milaneschi di Elektro Domestik Force, ha coinvolto attivamente circa 25 detenuti nella fase progettuale.
Coinvolgimento dei detenuti nella creazione dei murales
L’esperienza si è distinta per il coinvolgimento dei detenuti nella fase progettuale. Durante incontri di coprogettazione con l’artista Bruchi, i detenuti hanno avuto l’opportunità di esprimere le proprie idee e aspirazioni. L’obiettivo principale del progetto è stato quello di rendere gli spazi fisici della casa circondariale più accoglienti e vitali, permettendo a ogni detenuto di riscoprire le proprie origini e nutrire la speranza di una vita migliore.
Murales che comunicano speranza e libertà
I murales sono stati collocati in tre diversi ambienti detentivi: un arco del piano superiore, la parete della sala polivalente e il muro del campo da calcio. Ogni murale racconta una storia diversa, rappresentando le idee e le aspirazioni dei detenuti. Ad esempio, un albero della speranza con foglie trasformate in lettere senza destinatario simboleggia il percorso introspettivo dei detenuti, mentre sbarre rotte e un cervello inciso sulla corteccia rappresentano la saggezza che rende liberi.
Il murale nella sala polivalente raffigura il mare attraverso una finestra abbattuta di una cella, con le mani di un detenuto che spezzano catene. Bandiere e parole selezionate dai detenuti completano l’opera, trasmettendo messaggi di speranza. Il murale nel campo da calcio, ambientato in un’astronave, simboleggia un viaggio nelle infinite possibilità dell’universo, con immagini di cari, personaggi celebri e simboli di speranza dipinti nel vetro dell’astronave.
Un’esperienza di collaborazione e bellezza
Il direttore artistico della Crew, Nico Lopez Bruchi, ha sottolineato l’importanza dei momenti di scambio con i detenuti per comprendere la direzione artistica dell’operazione. “Creare bellezza insieme è una cosa che non capita tutti i giorni all’interno di un carcere”, ha commentato Bruchi. Il sostegno e il coinvolgimento profondo dei detenuti hanno reso possibile una collaborazione che ha migliorato gli spazi comuni del carcere.
Il progetto è stato documentato dal video-maker Carlo Settembrini, che ha immortalato ogni fase del processo creativo e la partecipazione attiva dei detenuti. L’iniziativa, che ha coinvolto l’arte come strumento di riqualificazione, rappresenta un’esperienza unica nel panorama delle iniziative trattamentali a favore della popolazione detenuta.