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Licenze taxi: un’analisi delle disparità tra costi e guadagni, le denunce di un tassista bolognese

Il settore del taxi in Italia è affrontato da una conflittualità economica che emerge visibilmente dalla disparità tra i costi delle licenze e i redditi realmente dichiarati. Le licenze, che possono superare anche i 350 mila euro nel libero mercato, si contrappongono a guadagni medi di appena 15.400 euro, come riportato dall’ultima rilevazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze . Questa situazione solleva interrogativi sulle dinamiche interne del settore e sulle sfide quotidiane dei tassisti.

Costi delle licenze: un peso insostenibile

Negli ultimi anni, il costo delle licenze è diventato un tema centrale nel settore dei taxi, soprattutto in città come Bologna e Firenze. Il prezzo elevato delle licenze rappresenta una vera e propria barriera d’ingresso per molti tassisti o aspiranti tali. In alcune città, i costi possono arrivare a punte di 300-350 mila euro, valori che appaiono inaccessibili, soprattutto considerando i redditi medi dichiarati dai tassisti.

Le statistiche del Mef rivelano che nel 2022, i guadagni medi di un tassista si attestavano intorno ai 15.400 euro annui. Tuttavia, è importante notare che la situazione può variare notevolmente. I dati dei redditi possono essere fraintesi a causa delle dichiarazioni con il sistema degli Indici Sintetici di Affidabilità , che a volte possono risultare più favorevoli. Nonostante ciò, la contraddizione rimane evidente: come può un tassista che si trova a dichiarare redditi così bassi giustificare l’acquisto di una licenza così costosa? Questa questione è stata messa in luce dall’economista Andrea Giuricin, il quale ha sottolineato l’assurdità di alcune situazioni, in particolare quando i Comuni offrono licenze a prezzi che vengono giudicati troppo bassi dalla categoria stessa.

Una testimonianza dal settore: le parole di un tassista

Roberto Mantovani, noto nel settore con il nome di Red Sox, è un tassista bolognese che ha denunciato le disuguaglianze economiche attraverso i suoi report pubblicati su Twitter. Recentemente ha anche pubblicato un libro dal titolo “Tassista di notte”, dove espone le problematiche e le contraddizioni del sistema delle auto bianche. Mantovani ha condiviso i suoi incassi, sostenendo di aver guadagnato fino a 450 euro al giorno per un anno intero, con ricavi totali di 83 mila euro nel 2023. Per lui, il focus non è tanto sui guadagni massimi, quanto piuttosto sul reddito minimum dichiarabile dai tassisti.

Secondo Mantovani, esistono ampie discrepanze tra le reali entrate e le cifre dichiarate al Fisco. Questo non è dovuto solo alla regolamentazione fiscale, ma anche alla mancanza di strumenti di controllo adeguati. La sua posizione è esemplificativa della crisi di rappresentanza e della necessità di riforme nel settore, dove i tassisti spesso si trovano costretti a navigare in un panorama economico turbolento.

La questione del lavoro “nero” e la mancanza di controlli

La questione del lavoro “nero” emerge come un punto critico in questa discussione. Mantovani spiega che il sistema di tassametri non fornisce aggiornamenti fiscali, poiché non sono regolamentati come strumenti di misurazione ufficiali. Questo apre la possibilità di un’ampia disoccupazione, in quanto le ricevute rilasciate non sono tenute a essere numerate e non rappresentano documentazione fiscale valida.

La mancanza di trasparenza nei guadagni porta a situazioni in cui i tassisti possono operare con grandi margini di “invisibilità” fiscale. Mantovani fa riferimento specificamente ai metodi di pagamento del carburante, che spesso vengono effettuati in contante e senza fatture. Le normative fiscali attuali non riescono a monitorare efficacemente questi flussi e questa situazione rende difficoltosa la lotta contro l’evasione fiscale. Questi elementi pongono interrogativi su come possa essere migliorato il sistema di regolamentazione dei taxi, garantendo più equità e controllo all’interno del settore.

Il panorama attuale del settore taxi, quindi, si connota di ambiguità e sfide economiche, con la necessità di un’analisi approfondita e di riforme strutturali per garantire un futuro sostenibile e giusto per i tassisti italiani.

Redazione

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