Licenziamenti in ASL Roma 1: 51 impiegati amministrativi perdono il lavoro dal 1° ottobre

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Licenziamenti in ASL Roma 1: 51 impiegati amministrativi perdono il lavoro dal 1° ottobre - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 23 Settembre 2024 by Giordana Bellante

A partire dal 1° ottobre 2023, 51 impiegati amministrativi dell’ASL Roma 1 vedranno terminare la loro attività lavorativa. Questi professionisti, assunti tramite agenzie per il lavoro come GiGroup, hanno prestato servizio in un contesto caratterizzato da appalti e contratti temporanei nel settore sanitario. La situazione si è aggravata, lasciando molti dipendenti nel dubbio sul futuro e alimentando un clima di ansia e incertezza.

La difficile situazione dei lavoratori dell’ASL Roma 1

Martedì 24 settembre, la direzione dell’ASL Roma 1 sarà a colloquio con una rappresentanza degli assistenti amministrativi precari, supportata dal sindacato Cobas Lavoro Privato. Tuttavia, le aspettative di un esito positivo sono molto basse. Questi 51 lavoratori, che da circa vent’anni operano nell’amministrazione sanitaria pubblica, si vedranno privati dello stipendio dopo una settimana, e passeranno sotto l’esclusivo controllo dell’Agenzia GiGroup. La perdita del lavoro non rappresenta solo un drastico cambiamento per ogni singolo dipendente, ma influisce anche su un intero sistema che cerca di far fronte a problematiche sanitarie croniche.

La precarietà del lavoro nel settore pubblico è un problema persistente, associato a una gestione di risorse limitate e alle difficoltà di instaurare contratti stabili. Gli assistenti amministrativi, che hanno servito il sistema pubblico, ora affrontano l’inevitabile realtà dei licenziamenti, un segnale preoccupante per gli indicatori occupazionali nella regione.

Il contesto degli appalti e delle agenzie interinali

Roberto Cardarella, 63 anni e impiegato dell’ASL Roma 1 dal 2015, racconta dell’inaspettato passaggio da contratti stabili a posizioni precarie. “Inizialmente, il lavoro era garantito tramite appalti; a causa della crisi finanziaria della sanità, l’amministrazione interruppe il turnover e non poté bandire nuovi concorsi,” espone Cardarella. La regione ha optato per appalti con cooperative, trasformando lavoratori stabili in interinali. Questo modello ha trovato continuità durante l’emergenza Covid, quando la già fragile situazione occupazionale si è ulteriormente cronicizzata.

Dal 2020, i lavoratori dell’ASL Roma 1 hanno visto il loro destino legato a GiGroup, uno dei maggiori attori nel campo del lavoro interinale in Italia. Questa situazione ha creato un’estraneità tra i lavoratori, che si sono trovati in bilico, incapaci di riacquistare la stabilità lavorativa.

Gli effetti del concorso pubblico e l’assenza di risposte

Nel tentativo di sanare la precarietà, la Giunta di Regione Lazio, guidata da Nicola Zingaretti, ha pubblicato un concorso pubblico nel periodo pre-Covid, interrompendo gli appalti. Tuttavia, questo concorso, che doveva coprire oltre 400 posti, ha subito un drastico ridimensionamento a causa della pandemia, arrivando a solo 228 assunzioni disponibili. Per complicare ulteriormente la situazione, i contratti precari non prevedevano alcuna quota di riserva per gli amministrativi già in servizio, lasciando molti di loro in attesa e insoddisfatti.

Le graduatorie pubblicate ad agosto 2023 hanno suscitato ampie proteste tra i vincitori esclusi dalle assunzioni. I lavoratori indagano sull’inefficienza di un sistema che sembra ignorare la loro lunga esperienza e dedizione nel servizio pubblico. Infatti, molti candidati non hanno trovato spazio nel settore, aggravando le tensioni tra i diversi gruppi di lavoro.

Futuro incerto per i lavoratori licenziati

La situazione attuale segna un punto di non ritorno per questi lavoratori. Cardarella sottolinea che, dei centinaia di amministrativi esternalizzati, solo una quarantina sono riusciti a vincere il concorso, mentre gli altri rimangono nel limbo. A partire dal 1° ottobre, questi 51 impiegati elevati a disoccupati riceveranno un’indennità di 800 euro al mese solo per sei mesi, prima di finire nel circuito della disoccupazione gestito da GiGroup.

Con strategie di gestione delle risorse umane insoddisfacenti a lungo termine, la precarietà lavorativa non è destinata a risolversi. Il futuro di queste famiglie è attualmente in gran parte incerto. Le implicazioni di tali licenziamenti riguardano non solo la stabilità economica dei lavoratori coinvolti, ma anche la capacità dell’ASL di fornire servizi amministrativi di qualità in un contesto di crescente richiesta di assistenza sanitaria. La vicenda mette in evidenza la necessità di riforme nel settore sanitario e una maggiore attenzione per garantire stabilità professionale a chi opera per il bene della comunità.

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