Ultimo aggiornamento il 3 Gennaio 2024 by Redazione
Il quarto anniversario della morte di Qassem Soleimani: un attacco terroristico a Kerman
Il 4 gennaio 2020, il generale iraniano Qassem Soleimani, comandante dei Guardiani della Rivoluzione, è stato ucciso in un attacco con un drone statunitense vicino all’aeroporto internazionale di Baghdad, su ordine dell’allora presidente Donald Trump. Quest’anno, nel giorno del quarto anniversario della sua morte, si è verificata una duplice esplosione nel “cimitero dei martiri” di Kerman, dove Soleimani è sepolto. Le autorità iraniane hanno definito l’evento un “attentato terroristico”.
L’ascesa di Qassem Soleimani: da una famiglia umile al comando dei Guardiani della Rivoluzione
Nato il 11 marzo 1957 in una famiglia umile nel villaggio di Qanat-e Malek, nella provincia di Kerman, nel sud-est dell’Iran, Qassem Soleimani era il maggiore di cinque fratelli. Dopo aver completato la scuola elementare, a soli 13 anni lasciò le montagne per lavorare nella città di Kerman, aiutando la sua famiglia a far fronte ai debiti lasciati dal padre contadino, Hassan.
Nel 1979, dopo la caduta della dinastia Pahlavi, si unì ai Guardiani della Rivoluzione, nonostante non avesse una formazione militare. Durante la repressione di una ribellione curda nell’Iran settentrionale, attirò l’attenzione dei suoi superiori e fu promosso tenente. Gli fu quindi offerta la possibilità di guidare un’unità dei Pasdaran a Kerman.
L’importanza di Qassem Soleimani nel panorama geopolitico del Medio Oriente
Dopo aver combattuto nella guerra Iran-Iraq, Soleimani fu inviato a Kerman per combattere i narcotrafficanti. La sua esperienza nella guerra e il successo delle operazioni anti-droga portarono l’Ayatollah Khamenei a nominarlo capo della Forza Quds nel 1997. Da allora, Soleimani divenne il punto di riferimento per tutte le operazioni iraniane all’estero, coinvolto in crisi e conflitti in tutto il Medio Oriente, dalla Siria al Libano allo Yemen.
Il generale, noto per la sua influenza a Teheran e la sua stretta relazione con la Guida Suprema, svolse un ruolo chiave nella lotta contro lo Stato Islamico, guidando le Forze di mobilitazione popolare (Hashd al-Shaabi) nella vittoria militare sull’ISIS in Iraq. Inoltre, la sua presenza pubblica e le sue dichiarazioni avevano fatto sorgere voci su una possibile carriera politica.
Come quando sfidò apertamente il presidente Trump, affermando: “Puoi iniziare una guerra, ma saremo noi a finirla. Chiedi ai tuoi predecessori. Smettetela di minacciarci”.
Secondo gli osservatori, Soleimani è stato molto più di un semplice generale. È stato l’architetto di un corridoio di influenza iraniana che si estende da Teheran a Baghdad, Damasco e Beirut, arrivando fino alle sponde del Mediterraneo. Questa vasta area ha reso la Repubblica Islamica una potenza regionale di rilievo.
L’attentato terroristico nel cimitero di Kerman, nel giorno del quarto anniversario della morte di Qassem Soleimani, è un tragico evento che evidenzia l’impatto duraturo e la rilevanza del generale iraniano nel panorama geopolitico del Medio Oriente.