Ultimo aggiornamento il 30 Settembre 2024 by Giordana Bellante
Il ministero degli Esteri iraniano, attraverso le parole del suo portavoce Nasser Kanani, ha reso chiaro che l’Iran non esercita alcun controllo su gruppi armati operanti nella regione mediorientale. Questa dichiarazione si inserisce in una lunga serie di affermazioni da parte di Teheran riguardanti il proprio intervento e supporto alle forze locali, come gli Houthi yemeniti, Hezbollah in Libano e le milizie sciite in Iraq. L’affermazione mira a chiarire la percezione internazionale delle relazioni dell’Iran con questi gruppi, che spesso sono descritti come “proxy”.
Le affermazioni del portavoce del ministero iraniano
Nessun proxy: una chiara negazione
Nasser Kanani ha ribadito in modo esplicito che l’Iran non ha “proxy” nel Medio Oriente, una posizione che cerca di sfatare l’immagine di Teheran come puppeteers che controllano e manipolano gruppi armati per i propri fini politici e militari. Durante una recente intervista con l’agenzia di stampa Irna, Kanani ha affermato che ogni gruppo presente nella regione opera autonomamente e che l’Iran non esercita un’influenza diretta su di loro. Questa affermazione è significativa poiché riflette la volontà dell’Iran di posizionarsi come un attore responsabile, piuttosto che come un aggressore che destabilizza la regione attraverso una rete di milizie.
Le milizie nella regione: Houthi, Hezbollah e milizie sciite
Il portavoce ha menzionato specificamente alcuni dei gruppi che sono frequentemente associati all’Iran, come gli Houthi yemeniti, riconducendo la loro esistenza e operato a ragioni autonomiche. Allo stesso modo, Hezbollah in Libano e le milizie sciite in Iraq sono presentati come soggetti indipendenti, il cui apporto alla situazione di tensione nel Medio Oriente non può essere direttamente imputato a Teheran. Questi gruppi, sebbene abbiano ricevuto supporto dall’Iran nel corso del tempo, sono definiti da Kanani come entità che agiscono per i propri interessi e non come strumenti di Teheran.
Il posizionamento dell’Iran nella questione palestinese
Un supporto costante e attivo
Kanani ha anche affrontato la questione palestinese, affermando che l’Iran non attende che altre nazioni difendano il popolo palestinese. Questa dichiarazione sembra sottolineare la posizione di lunga data dell’Iran a favore della causa palestinese, un tema fondamentale della sua politica estera sin dai tempi della Rivoluzione islamica. Secondo il portavoce, l’Iran ha investito risorse e attuato misure concrete per sostenere la lotta palestinese contro l’occupazione.
Responsabilità e strategie locali
L’affermazione che l’Iran non aspetta che altri agiscano a favore del popolo palestinese implica che Teheran si consideri un attore attivo e impegnato nella scena geopolitica regionale. Questo approccio è spesso criticato da altri paesi nella regione, che accusano l’Iran di usare il sostegno a vari gruppi armati come una strategia per espandere la propria influenza. Tuttavia, la narrazione iraniana si concentra sull’idea di essere un alleato dei popoli oppressi, suggerendo che le loro azioni sono giustificate dalla necessità di affrontare le ingiustizie.
Il messaggio di Kanani riflette quindi una narrativa complessa, in cui l’Iran cerca di affermare la propria sovranità e legittimità sulla scena internazionale, mentre continua a esercitare una significativa influenza nelle dinamiche interne della regione mediorientale.