Ultimo aggiornamento il 15 Gennaio 2024 by Redazione
I social media e la perversione della giustizia
“I social sono ormai la Cassazione, senza più un giudizio di primo e di secondo grado, senza avvocato e senza indagine preliminare. Siamo in un mondo di grande perversione dove la giustizia diventa comprimaria, un po’ perché non si sono fatte delle norme per lo strapotere degli imperi digitali, un po’ perché non c’è più la volontà di riflettere sulle cose”. Queste sono le parole del massmediologo Klaus Davi, intervistato dall’Adnkronos, che riflette sulla vicenda del suicidio di Giovanna Pedretti, titolare della pizzeria ‘Le Vignole’ di Sant’Angelo Lodigiano. La sua replica a una recensione su un cliente che si lamentava della presenza di gay e disabili nel suo locale aveva sollevato dubbi sulla sua autenticità e scatenato un clamore mediatico sui social.
La condanna senza appello
La giornalista Selvaggia Lucarelli e il suo compagno, lo chef Lorenzo Bigiarelli, avevano parlato di un’ “operazione di marketing spacciata per eroica difesa di gay e disabili”. Secondo Davi, “non è colpa della Lucarelli o del compagno, sono semmai i social ad avere azzerato la giustizia. Nessuno sa quale sia la verità, come sia andata la vicenda della replica alla recensione, ma la furia inquisitoria dei social, determinata dall’odio represso accumulato, dalla frustrazione, dalla povertà e dall’invidia sociale, ha travolto la povera Pedretti che non ha retto e si è tolta la vita”.
Il web fuori controllo
Secondo il massmediologo, il “web è fuori controllo, anche il dilagante antisemitismo o la fascinazione dei giovani nei confronti dei terroristi di Hamas sono frutto di 30 anni di web scatenato. E la politica non riesce a legiferare, è soggiogata dalle multinazionali del digitale. I social sono diventati la Cassazione, senza gradi di giudizio e soprattutto senza possedere gli strumenti legislativi per arrivare a un giudizio. Anche la giustizia, che ha tempi biblici, sta subendo un enorme danno da questo fenomeno perché nel percepito popolare la giustizia rende tutto inutile”.
Secondo Davi, l’intelligenza artificiale potrebbe aumentare il tasso di manipolazione dei fatti, ma solo con un maggiore controllo delle notizie. “Inizialmente il problema sarà più drammatico, ma poi l’avvento dell’IA spingerà il legislatore a muoversi. A meno che non si voglia una guerra civile”, conclude il massmediologo.
In conclusione, la vicenda della pizzeria ‘Le Vignole’ mette in luce il potere pervasivo dei social media e la mancanza di un sistema giudiziario adeguato per affrontare le conseguenze delle azioni online. La condanna senza appello sui social può avere gravi conseguenze sulla vita delle persone coinvolte, come dimostra il tragico suicidio di Giovanna Pedretti. È necessario un maggiore controllo delle notizie e delle informazioni diffuse online, altrimenti la giustizia continuerà a essere compromessa e la società a subire le conseguenze di questa perversione digitale.