Ultimo aggiornamento il 19 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi
L’uscita del libro “L’ultimo sopravvissuto, 62 ore sotto la neve” di Giampaolo Matrone segna un momento importante per la memoria collettiva riguardo alla terribile valanga che il 18 gennaio 2017 ha devastato il resort di Rigopiano, nel comune di Farindola, in Abruzzo. Pubblicato da Newton Compton Editori, il volume racconta non solo la storia del suo autore, ma anche il dramma delle 29 vittime, tra cui spicca la perdita di sua moglie, Valentina Cicioni. Con una narrazione che mescola disperazione e speranza, Matrone cerca di fare luce su un evento rimasto oscuro tra lacune nei soccorsi e processi infiniti.
Il racconto di un inferno nevoso
Un dramma senza precedenti
Il 18 gennaio 2017, una valanga senza precedenti travolge il resort di Rigopiano, causando una delle più gravi tragedie della storia italiana in montagna. La valanga, di proporzioni devastanti, ha portato via non solo il luogo dove molte famiglie passavano le loro vacanze, ma ha anche estirpato dalla vita 29 individui, con storie e sogni spezzati. Giampaolo Matrone, all’epoca pasticcere a Monterotondo, riesce a sopravvivere, ma non prima di aver vissuto un’esperienza devastante di oltre 62 ore di sepoltura sotto la neve. Le sue memorie, ora racchiuse in un libro, sono testimonianze di un inferno che va ben oltre la semplice catastrofe naturale.
La perdita e il dolore
La tragedia non ha solo minato la sopravvivenza fisica di Matrone, ma ha anche lasciato un segno indelebile sulla sua psiche. La morte della moglie Valentina, insieme a quella di altri, rappresenta un lutto straziante. La figlia Gaia, che all’epoca aveva solo cinque anni, porta con sé il peso di questa perdita, ora che è cresciuta. Matrone, attraverso le pagine del suo libro, ricorda il dolore profondo di aver perso la compagna di vita, “personificazione della gioia e della stabilità”, in quel tragico evento.
L’eredità della tragedia: ricerca di giustizia
Le mancanze nei soccorsi
Una parte significativa del libro si sofferma sulle gravi lacune dei soccorsi che hanno seguito il disastro. Nonostante l’allerta lanciata da alcuni villeggianti che hanno segnalato il crollo dell’hotel, i soccorsi sono stati tardivi e confusi. La frase infelice di una funzionaria prefettizia, “la mamma degli imbecilli è sempre incinta”, rivela quanto il sistema fosse disfunzionale e la scarsa considerazione per il dolore altrui. Attraverso le sue pagine, Matrone mette in luce l’indifferenza dimostrata da parte delle istituzioni locali e la loro assoluta mancanza di coordinamento nel gestire una crisi del genere.
I processi e la lotta per la giustizia
Gli anni successivi alla tragedia sono stati contrassegnati da processi che hanno lasciato molte vittime e familiari insoddisfatti. Le udienze, nonostante siano state numerose, hanno portato a poco più di un’impressione di giustizia. Matrone spera che il racconto della sua esperienza possa risvegliare la coscienza collettiva e spingere i giudici a considerare seriamente il loro ruolo nella prossima udienza di Cassazione. La promessa di giustizia a cui aspirano le famiglie delle vittime è una speranza che aleggia anche tra le pagine del suo libro.
Il cambiamento attraverso la scrittura
Un lungo viaggio di scrittura e recupero
Scrivere “L’ultimo sopravvissuto” è stato un processo lungo e complesso per Matrone, durato oltre un anno e mezzo. Rivedere gli eventi traumatici non è stato semplice, ma il percorso gli ha permesso di riflettere e recuperare. La scrittura gli ha fornito una forma di terapia, supportando non solo il suo necessario recupero fisico, ma anche l’elaborazione del lutto. Contrapponendo la propria tragica storia alla sfida del sistema giuridico, Matrone cerca anche di accendere il dibattito pubblico riguardo alla sicurezza e alla responsabilità in contesti a rischio.
Un supporto concreto per la realizzazione del sogno
La pubblicazione del libro è resa possibile grazie al supporto di Studio3A-Valore S.p.A., una società specializzata nel risarcimento danni, che ha assistito Matrone in ogni fase del suo percorso legale. Il sostegno ricevuto gli ha permesso di portare alla luce una storia fondamentale per la coscienza collettiva italiana, rendendo il suo racconto non solo un atto di testimonianza, ma anche un’importante denuncia sociale. La collana di eventi e presentazioni che seguirà l’uscita del libro rappresenta un’occasione per discutere non solo del passato, ma anche per costruire un futuro di maggiore consapevolezza e responsabilità.