L’unione di pubblico e privato: la chiave per il futuro dell’intelligenza artificiale in Italia

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L'unione di pubblico e privato: la chiave per il futuro dell'intelligenza artificiale in Italia - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 7 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi

Nel contesto attuale, l’intelligenza artificiale rappresenta non solo una sfida tecnologica, ma anche una grande opportunità per l’Italia. Durante un recente incontro dal titolo “Economia e scienza,” Cristiano Borean, direttore finanziario di Generali, ha sottolineato come l’unica strategia possibile per affrontare le enormi potenzialità e i capitali derivanti da questo settore sia quella di creare una sinergia tra pubblico e privato. Borean ha messo in evidenza il principio della mutualità, proponendo un approccio cooperativo per garantire che tutti possano beneficiare delle opportunità offerte dall’IA.

La visione di Cristiano Borean sull’intelligenza artificiale

Un approccio cooperativo

Cristiano Borean, voce autorevole nel panorama economico italiano, è intervenuto al festival media Link, organizzato dal Gruppo Nem a Trieste. Durante l’incontro, ha illustrato la necessità di unire le forze fra settore pubblico e privato per creare un ecosistema virtuoso che possa supportare l’innovazione e lo sviluppo nel campo dell’intelligenza artificiale. “Ci si mette tutti assieme e chi ha avuto, in parte aiuta chi non ha avuto” è il principio che guida la sua visione. In un momento storico in cui il capitale e le competenze sono cruciali, questa prospettiva si presenta come un punto di partenza essenziale per affrontare il futuro.

L’urgenza di colmare il divario

Borean ha messo in evidenza un problema allarmante: l’Italia sta accumulando un ritardo significativo nello sviluppo delle competenze necessarie per competere nel settore dell’IA. Secondo una ricerca presentata al Forum Ambrosetti, il PIL nazionale potrebbe crescere del 18% grazie all’adozione di queste tecnologie. Tuttavia, il Paese fatica a investire in formazione, strategia e risorse. Esempi concreti sulle discrepanze tra i livelli d’investimento sono schiaccianti: sull’ammontare totale di investimenti in IA, solo il 4% proviene dall’Europa, mentre il 69% è statunitense.

Il ruolo della formazione e della ricerca

L’importanza della sinergia

Borean ha sottolineato che nel mondo dell’impresa sono stati già avviati programmi di collaborazione tra il settore privato e le università, con l’intento di sviluppare competenze essenziali nel campo dell’IA. L’iniziativa ha visto il coinvolgimento di enti di ricerca e della MIb School of Management. La formazione non può più essere vista come un’azione isolata; necessita di un approccio integrato dove le figure professionali siano in grado di insegnare alle macchine, fondando il proprio lavoro su tre capisaldi: ricerca di base, ricerca applicata e formazione.

Creare nuove professionalità

In questo contesto, diviene fondamentale formare professionisti capaci di sviluppare e gestire tecnologie di IA. Senza una preparazione adeguata, il rischio di trovarsi privi delle competenze necessarie per sfruttare appieno le potenzialità dell’IA è elevato. Ciò richiede quindi investimenti puntuali e strategie condivise tra vari attori, affinché l’ecosistema possa prosperare e adattarsi rapidamente all’evoluzione del mercato.

La necessità di norme per l’IA

Regolamentazioni urgentemente necessarie

Un altro aspetto evidenziato durante l’incontro è la necessità di stabilire normative chiare che possano regolare l’uso e lo sviluppo dell’IA. Con la sua “accelerazione esponenziale”, l’IA non può essere confrontata con le tecnologie del passato. Secondo Roberto Trotta, cosmologo e relatore all’evento, è fondamentale che il mondo del lavoro si prepari a questi cambiamenti in tempi rapidi, poiché non avrà il lusso di adattarsi gradualmente. Le norme non solo dovrebbero promuovere lo sviluppo tecnologico, ma dovrebbero anche tutelare l’umanità.

Un equilibrio tra libertà e responsabilità

Borean e Trotta si sono trovati d’accordo sull’importanza di mantenere un equilibrio. Non è possibile essere né apocalittici né completamente integrati nel processo di innovazione. È necessario rimanere nella “zona grigia,” come l’ha definita Trotta, dove la libertà di ricerca si accompagna a limiti responsabili. Promuovere l’innovazione in modo che serva all’interesse dell’umanità è fondamentale per garantire un futuro sostenibile e prospero in un mondo sempre più automatizzato.

L’importanza di una cooperazione tra pubblico e privato, oltre alla necessità di norme chiaramente definite, emerge come la via maestra per affrontare il futuro dell’intelligenza artificiale in Italia.

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