Secondo Fabio Moda, ricercatore dell’Irccs Istituto neurologico Besta di Milano, la “malattia del cervo zombie” non ha ancora rivelato completamente la sua origine. Moda, esperto in malattie da prioni umane e animali, collabora con istituti di ricerca norvegesi per approfondire questo tema. Attualmente, non ci sono prove concrete che suggeriscano una possibile trasmissione della patologia agli esseri umani, sottolinea il ricercatore.
L’Istituto neurologico Besta di Milano è uno dei pochi in Italia ad occuparsi dello studio del deperimento cronico del cervo (Cwd), una patologia neurologica che colpisce i cervidi. La recente scoperta della malattia in centinaia di cervi e alci nello Stato del Wyoming ha sollevato preoccupazioni negli Stati Uniti, definendo la situazione come un campanello d’allarme pubblico.
Il Cwd è causato da prioni, proteine mal ripiegate che provocano una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale nei cervidi. Questa patologia rende gli animali affetti letargici, emaciati e con uno sguardo vuoto, da cui il nome “malattia del cervo zombie”. I prioni possono essere trasmessi tra gli animali attraverso sangue o saliva, e sono responsabili di altre malattie come l’encefalopatia spongiforme bovina. La ricerca si concentra sull’identificazione di biomarcatori periferici per riconoscere gli animali malati, valutando anche la potenziale trasmissione della malattia agli esseri umani.
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