Ultimo aggiornamento il 30 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi
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Alessandra Verni, madre di Pamela Mastropietro, torna a far sentire la sua voce e a chiedere giustizia attraverso la trasmissione di Rai2 “Storie di donne al bivio”, in onda mercoledì 2 ottobre. Il drammatico caso della giovane, violentata, uccisa e smembrata il 30 gennaio 2018, continua a sollevare interrogativi inquietanti. Innocent Oseghale, condannato per il suo omicidio e attualmente detenuto nel carcere di Ferrara, non è l’unico coinvolto in questa tragica vicenda. Alessandra Verni sottolinea l’esistenza di ulteriori responsabili, mantenendo vivo il clamore attorno a un caso che ha segnato profondamente la comunità di Macerata.
La vita di Pamela e l’ultimo incontro con la comunità
Pamela Mastropietro era una giovane di 18 anni, originaria di Roma, che era stata ricoverata in una comunità terapeutica a Macerata per affrontare i suoi problemi di salute mentale. Nonostante il supporto ricevuto, il 29 gennaio 2018, decise di allontanarsi dalla struttura, un gesto che la portò a incrociare il cammino di Innocent Oseghale. Quest’incontro e la successiva violenza subita segnarono in modo devastante la vita di Alessandra Verni e della sua famiglia.
La storia di Pamela è emblematica di un contesto sociale in cui le fragilità possono esporsi a pericoli inaspettati. Il suo tragico destino ha sollevato questioni di sicurezza e tutela per i giovani in difficoltà. Oseghale, che ha riconosciuto il suo coinvolgimento nell’omicidio, sta scontando una pena di ergastolo. Tuttavia, la madre di Pamela non si è arrestata qui. Le sue parole accorate rivolgono l’attenzione a quelli che potrebbero essere altri complici, rimasti liberi. Alessandra punta a un ulteriore chiarimento su quanto accaduto e sull’eventualità che altre persone possano essere coinvolte.
Il dolore e la ricerca della verità
Nel corso della trasmissione, Alessandra Verni ha condiviso il profondo dolore per la perdita della figlia, descrivendo la situazione come una “ferita incolmabile.” Le sue dichiarazioni esprimono un agghiacciante sentimento di impotenza, in cui la rabbia si mescola alla necessità di cercare la verità. “Le parole non possono descrivere il dolore e l’angoscia che provo ripensando a quello che ha subito Pamela,” ha dichiarato. La violenza e la brutalità del crimine compiuto contro sua figlia rappresentano ferite insanabili non solo per la madre, ma anche per l’intera comunità che ha condiviso l’angoscia di questa tragedia.
L’ultima lettera di Oseghale, datata 10 maggio 2023, ha ulteriormente scosso Alessandra, in quanto coincide con la tragica perdita del padre di Pamela. In tale lettera, Oseghale ha ribadito il suo pentimento, ma Alessandra ha messo in evidenza la difficoltà di questa parola, sottolineando l’importanza di affrontare il dolore in maniera costruttiva. La riflessione sulla dimensione umana del male e del perdono emerge con forza nelle sue parole, introducendo un nuovo capitolo di questa storia complessa.
L’incontro richiesto e la giustizia riparativa
Un aspetto chiave emerso dall’intervista è la volontà di Alessandra di incontrare Oseghale in carcere, in un ambiente protetto. “Voglio guardarlo negli occhi e chiedere la verità,” ha affermato, dimostrando il desiderio di una riflessione profonda e di una comprensione delle motivazioni che hanno spinto il carnefice a compiere un atto tanto atroce. Alessandra si chiede cosa farebbe Oseghale se la stessa sorte fosse toccata a sua figlia, instaurando un dialogo su umanità e responsabilità.
La richiesta di questo incontro rappresenta un passo significativo nella ricerca di giustizia da parte di Alessandra. “Non cerco vendetta, ma verità, giustizia e pace,” ha spiegato, evidenziando la sua determinazione a trasformare il proprio dolore in un percorso di costruzione e non di distruzione. È evidente come questo processo porti con sé un carico emotivo tremendo, ma la madre di Pamela è pronta ad affrontarlo, sperando di generare un barlume di umanità nel suo confratello.
Questa iniziativa di giustizia riparativa testimonia la volontà di affrontare il trauma, con la speranza che emergano nuovi elementi di verità. Il cammino tracciato da Alessandra Verni è intriso di coraggio e determinazione, in un contesto in cui il ricordo di Pamela rimane sempre vivo e presente.