Ultimo aggiornamento il 10 Dicembre 2023 by Redazione
Manifestazione a Genova contro l’occupazione sionista della Palestina
Centinaia di persone si sono riunite a Genova per partecipare a una manifestazione organizzata dall’Unione democratica arabo palestinese (Udap) e dall’Associazione dei palestinesi in Italia (Api). Lo scopo della manifestazione era quello di protestare contro l’occupazione sionista della Palestina e di esprimere solidarietà al popolo palestinese.
Un messaggio di resistenza
Durante la manifestazione, i partecipanti hanno srotolato uno striscione sulla facciata di Palazzo Ducale con il seguente messaggio: “Vittoria alla resistenza palestinese, Italia, Donbass, Palestina: stesso nemico, stessa lotta. Abbattere l’asse Washington-Tel Aviv”. Questo striscione rappresentava la volontà di unire le forze per combattere l’occupazione e il genocidio in corso nella Palestina occupata.
Solidarietà e richiesta di azione
I manifestanti hanno portato bandiere, striscioni e cartelli con scritte come “Fermiamo il genocidio”, “Terra e libertà per il popolo palestinese”, “Salviamo Gaza” e “Pulizia etnica in corso a Gaza”. Queste parole riflettevano la preoccupazione e la rabbia dei partecipanti di fronte alla situazione critica in cui si trova il popolo palestinese.
Uno degli organizzatori ha dichiarato: “Per il decimo fine settimana consecutivo manifestiamo la nostra piena e totale solidarietà con il popolo palestinese. Il nostro impegno per fermare il massacro in corso contro la popolazione civile inerme nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme. Da più di 65 giorni in Palestina è in corso un genocidio”. Queste parole riflettono la determinazione dei manifestanti nel voler porre fine alla violenza e all’oppressione che il popolo palestinese sta subendo.
La manifestazione a Genova è stata un’occasione per esprimere solidarietà e richiedere azioni concrete per porre fine all’occupazione sionista della Palestina. I partecipanti hanno dimostrato che la lotta per la libertà e la giustizia è universale e che è necessario unire le forze per combattere l’oppressione in tutte le sue forme.