Ultimo aggiornamento il 25 Maggio 2024 by Giordana Bellante
Contesto: Un’ondata di proteste ha attraversato le strade di Roma, partendo da Piazza Vittorio Emanuele e dirigendosi verso Piazza Bocca della Verità. Il motivo? La denuncia contro il governo che apre le porte dei consultori a obiettori e antiabortisti. La manifestazione, lanciata da Non una di meno e dal Coordinamento delle assemblee dei consultori e delle consultorie, ha visto una moltitudine di persone riunirsi sotto lo slogan “Sul mio corpo decido io“.
1. La protesta e le sue ragioni
1.1 La tutela della salute pubblica
La manifestazione è stata una ferma presa di posizione contro quello che i manifestanti percepiscono come un attacco alla salute pubblica. “ consultori non si toccano,” hanno gridato i partecipanti, esprimendo preoccupazione per la direzione che il governo sta prendendo in materia di salute riproduttiva.
1.2 La questione dell’obiezione di coscienza
Un altro punto cruciale della protesta è stata la presenza di obiettori nei consultori. “Fuori gli obiettori antiscelta dai consultori e dalle nostre vite,” recitava uno dei tanti striscioni presenti al corteo. La protesta ha evidenziato la frustrazione delle donne nell’affrontare barriere nell’accesso all’assistenza sanitaria a causa dell’obiezione di coscienza.
1.3 Lo stigma sull’aborto
Tra i cartelli presenti al corteo, uno recitava “Mai più stigma sull’aborto“. Questo sottolinea l’importanza di rimuovere lo stigma sociale associato all’aborto e di garantire alle donne il diritto di prendere decisioni informate e libere sulla loro salute riproduttiva.
1.4 La solidarietà con la Casa delle Donne Lucha y Siesta
Un’altra ragione che ha spinto i manifestanti in strada è stato l’atto vandalico alla Casa delle Donne Lucha y Siesta. “È vergognoso. È un attacco vile e strumentale,” hanno dichiarato le manifestanti, esprimendo la loro solidarietà con l’organizzazione e condannando l’atto di violenza.
2. La risposta delle organizzatrici
2.1 La maggioranza silenziosa
Barbara Piccininni, dell‘Assemblea dei consultori di via Silveri e del Coordinamento delle assemblee dei consultori e delle consultorie, ha affermato che gli attacchi non sono nuovi, ma che la maggioranza è dalla parte delle donne. “Siamo abituati a essere attaccati, ma abbiamo anche la consapevolezza che siamo noi la maggioranza,” ha dichiarato.
2.2 Il ruolo dei pro-vita
Piccininni ha anche messo in discussione il termine “pro-vita,” sostenendo che in realtà queste persone sono “antiscelta“. Questa affermazione riflette la convinzione che il diritto all’aborto sia una questione di libertà di scelta e di autodeterminazione.
La marcia per il diritto di decidere sul proprio corpo è stata una potente dimostrazione di solidarietà e determinazione. Ha evidenziato la necessità di proteggere i consultori, di rimuovere lo stigma sull’aborto e di garantire alle donne il diritto di prendere decisioni sulla loro salute riproduttiva. Con la loro protesta, i manifestanti hanno inviato un messaggio chiaro al governo: “Sul mio corpo decido io“.