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Medico e infermiera arrestati a Trani per accettare soldi da pazienti per saltare liste d’attesa

Scoperto sistema parallelo di prenotazione e attesa presso l’ospedale di Trani

Un dirigente medico e un’infermiera dell’unità operativa di Radiologia del Presidio territoriale di assistenza di Trani sono stati arrestati e posti ai domiciliari per aver messo in atto un sistema parallelo di prenotazione e attesa per le prestazioni ospedaliere. Secondo l’accusa, avrebbero gestito privatamente il servizio pubblico della Asl Bat, ottenendo compensi illegali dai pazienti. L’inchiesta, condotta dalla Squadra investigativa del Commissariato di Trani, ha portato all’accusa di concussione, peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato. Le indagini si sono basate su intercettazioni ambientali e telefoniche, nonché su servizi di osservazione e indagini tradizionali.

Il modus operandi dei due indagati

I due indagati si incontravano nell’ufficio del dirigente medico con i pazienti dell’ospedale, spesso affetti da patologie gravi che richiedevano cure immediate come esami diagnostici. Sfruttando la situazione di vulnerabilità dei pazienti, li costringevano a consegnare somme di denaro, che variavano dai 100 ai 150 euro, per ottenere le prestazioni senza dover seguire la lista di attesa ospedaliera. Una volta effettuata la prestazione, i due indagati si spartivano il denaro. Questo meccanismo, consolidato nel tempo, ha permesso loro di intascare ingenti compensi da almeno 30 pazienti.

Doppio danno per la pubblica amministrazione

Il sistema parallelo creato dai due indagati ha causato un doppio danno per la pubblica amministrazione. Da un lato, è stato fatto un uso improprio delle attrezzature pubbliche a fini privati, mentre dall’altro lato, non sono stati incassati i ticket per le prestazioni ospedaliere, aggravando le liste di attesa per gli altri pazienti. Inoltre, sono emersi casi di favoritismo nei confronti di parenti e amici dei due indagati, che ricevevano prestazioni mediche senza dover pagare alcun ticket o seguire le liste di attesa.

L’inchiesta ha anche rivelato che il dirigente medico avrebbe attestato falsamente la sua presenza in ospedale, procurandosi un illecito arricchimento e causando un danno erariale. In un tentativo di ostacolare le indagini, il medico avrebbe cercato di contattare alcuni pazienti e di eliminare documentazione compromettente, ma i suoi sforzi sono stati vani. I due indagati sono stati posti ai domiciliari e l’indagine continua per accertare ulteriori responsabilità.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

Redazione

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