Medico incinta di 8 mesi con problema cardiaco chiama il 118: Emergenza ambulanze occupate

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Medico incinta di 8 mesi con problema cardiaco chiama il 118: Emergenza ambulanze occupate - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 16 Dicembre 2023 by Redazione

Gravidanza a rischio: il dramma di una donna a Roma

Una donna di 40 anni, medico e incinta all’ottavo mese, ha vissuto un’esperienza drammatica lunedì scorso a Roma. Mentre si trovava da sola in casa, ha avvertito un problema cardiaco che l’ha messa in grave pericolo. La situazione è stata resa ancora più angosciante dalla risposta ricevuta dal 118 quando ha chiamato per chiedere aiuto: “Signora siamo un po’ in difficoltà con l’invio delle ambulanze, in questo momento abbiamo molti soccorsi, non so quando riusciremo ad averne una disponibile per lei”.

Una chiamata disperata al 112

La donna ha raccontato di aver avvertito una sensazione di mancamento e di aver sentito il cuore battere in modo irregolare. Spaventata, ha chiamato sua madre per chiedere aiuto e ha aperto la porta di casa nel caso in cui fosse svenuta. Nonostante la presenza della madre, ha deciso di chiamare il 112 per richiedere un’ambulanza. Tuttavia, la situazione è peggiorata quando è stata passata al 118: “Il primo operatore che ha preso la chiamata mi ha chiesto tutte le informazioni necessarie per l’invio dei soccorsi, se fossi sola in casa e a che piano abitassi. Poi mi ha passato subito il 118. Al telefono l’operatrice dopo alcune domande mi ha avvisato che in quel momento non aveva nessuna ambulanza a disposizione da inviarmi. La cosa più sconvolgente è stata però che ha aggiunto che non sapeva nemmeno quanto ci sarebbe voluto per avere un’ambulanza”.

La corsa contro il tempo

La donna, nonostante la paura e l’incertezza, ha deciso di recarsi da sola al pronto soccorso. Una volta arrivata, è stata sottoposta a una serie di manovre mediche per stabilizzare la sua condizione. Fortunatamente, la situazione è rientrata e sia lei che il suo bambino sono stati monitorati fino a tarda serata. La diagnosi finale è stata una tachicardia parossistica sopraventricolare. Nonostante il sollievo per l’esito positivo, la donna si chiede cosa sarebbe successo se non avesse avuto la prontezza di chiamare sua madre o se non avesse avuto nessuno che potesse portarla in ospedale. La sua esperienza mette in luce la gravità della situazione e la necessità di garantire un servizio di emergenza adeguato per tutti.

La donna ha dichiarato: “Ero comunque in una situazione di forte stress. Per fortuna non è successo nulla però è gravissimo quello che è accaduto”.

Questo caso, insieme a quello del turista milanese che ha atteso tre ore per un’ambulanza a Termini, solleva seri dubbi sulla capacità del sistema di emergenza di far fronte alle richieste di soccorso. È fondamentale che vengano prese misure immediate per garantire un servizio efficiente e tempestivo, soprattutto quando si tratta di situazioni di vita o di morte. La sicurezza e la salute dei cittadini devono essere la priorità assoluta.

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