Ultimo aggiornamento il 13 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi
La compravendita di terreni agricoli si presenta nel 2023 con un panorama inalterato, mostrando una leggera crescita dei prezzi medi. Con un incremento di circa l’1% rispetto all’anno precedente, il prezzo medio per ettaro si attesta a 22.800 euro. Tuttavia, la situazione internazionale e la crescente variabilità climatica rappresentano fattori dissuasivi per molti investitori. Questi aspetti emergono chiaramente dall’Indagine sul mercato fondiario, elaborata dal Crea Politiche e Bioeconomia in collaborazione con il Conaf, il Consiglio dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali.
Mercato fondiario: stabilità ma con peculiarità
Andamenti del mercato
Il mercato fondiario mostra una stabilità apparente, ma in realtà opera a due velocità. La domanda per terreni specializzati in produzioni di alta qualità, infatti, sta crescendo, mentre quella per i terreni marginali sta subendo una flessione, soprattutto nelle aree interne caratterizzate da un’offerta che spesso non corrisponde alla domanda. L’analisi dei dati del Crea ha messo in evidenza come le opportunità promettenti offerte dal Piano Strategico della PAC 2023-2027, che mirano a incentivare la valorizzazione delle produzioni, non sembrano aver prodotto impatti significativi nel breve termine.
Dal punto di vista geografico, il mercato evidenzia notevoli differenze nei valori medi per ettaro. Il Nord-Est dell’Italia guida il mercato con un picco di 47.000 euro per ettaro, seguito dal Nord-Ovest che si attesta intorno ai 37.000 euro, registrando un incremento del 3%. Al contrario, il Centro e il Sud mostrano prezzi decisamente più contenuti, con valori sotto i 16.000 euro. Questo divario riflette una maggiore dinamicità nelle regioni con una consolidata reddittività nelle coltivazioni viticole e frutticole.
Variazioni regionali e opportunità
Sul fronte delle opportunità offerte dal mercato, si evidenziano maggiori scambi nelle aree dove le colture frutticole e viticole hanno un alto valore commerciale. Qui la domanda si rivela particolarmente robusta, contribuendo a una certa vivacità nel mercato già attivo in queste zone. Nonostante ciò, si assiste a un disallineamento tra domanda e offerta nelle aree marginali, dove i terreni non specializzati vedono una scarsa affluenza di acquirenti.
Mercato degli affitti: stabilità e nuove tendenze
Canoni di affitto e cambiamenti demografici
Anche il mercato degli affitti agricoli mostra una stabilità nei canoni, sebbene emergano delle eccezioni legate all’aumento della richiesta di terreni da parte di giovani agricoltori e all’impatto della siccità sui raccolti. In questo contesto, le regioni settentrionali sono state più attive, con un incremento significativo nei contratti di affitto e nella superficie totale affittata, a beneficio di coltivazioni di pregio.
I dati raccolti nel settimo Censimento dell’agricoltura Isat 2020 rivelano che la superficie affittata in Italia si attesta a 6,2 milioni di ettari, con un incremento del 27% nell’ultimo decennio, che è addirittura raddoppiato negli ultimi trent’anni. Le dimensioni medie delle superfici affittate hanno superato gli 11 ettari, suggerendo una crescita della professionalità nel settore, con un interesse crescente per investimenti da parte di nuovi agricoltori.
Prospettive future nel mercato agricolo
Nonostante la tendenza alla crescita nel settore degli affitti, gli operatori del mercato agricolo manifestano preoccupazioni riguardo ai costi di produzione in aumento, alla volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli e agli eventi climatici estremi. Questi fattori spingono i potenziali investitori ad adottare un approccio cauto, riflettendo una certa incertezza sulla stabilità a lungo termine del mercato fondiario. Gli scenari futuri del mercato resteranno probabilmente influenzati da queste dinamiche complesse e dalla necessità crescente di adattarsi a sfide economiche e climatiche.