Ultimo aggiornamento il 15 Aprile 2024 by Luisa Pizzardi
Michele Comai, un giovane di 26 anni, rappresenta un esempio tangibile di come le persone con disabilità possano e debbano ricoprire ruoli attivi all’interno delle associazioni che le rappresentano. Di recente nominato consigliere all’interno della sezione di Trento di Aipd- Associazione italiana persone Down, Michele è un socio dell’associazione sin dal 2003 e attualmente vive a Trento con la sua famiglia, impegnandosi quotidianamente per costruire la sua autonomia tramite il lavoro e la partecipazione alle attività associative.
Il percorso verso l’autonomia di Michele
Michele Comai condivide con orgoglio il suo impegno lavorativo in un magazzino che rifornisce gli ospedali, sottolineando come la partecipazione alle attività proposte da Aipd sia fondamentale per il suo percorso di autonomia. Espone la sua soddisfazione nell’avere ricevuto l’incarico di consigliere, un ruolo che gli consente di essere d’aiuto alle persone più giovani di lui e ai loro genitori. Esprime il suo desiderio di essere propositivo e di fornire consigli utili per supportare la comunità associativa.
L’inclusione attiva nel panorama associativo
Nel corso dell’anno precedente, una delegazione composta da persone affette da sindrome di Down presentò delle richieste cruciali durante l’Assemblea nazionale, tra cui spiccava quella di includere una persona con sindrome di Down nei consigli di amministrazione delle sezioni e dell’Aipd nazionale. Il presidente nazionale di Aipd, Gianfranco Salbini, esprime gratitudine nei confronti di Aipd Trentino per aver accolto questa importante istanza. Rivolgendo i suoi complimenti a Michele per l’incarico ricevuto, Salbini si mostra convinto che l’impegno e la visione di Michele apporteranno un contributo sostanziale al lavoro dell’associazione sul territorio.
La presidente di Aipd Trentino, Annalice Colacicco, evidenzia che dopo due decenni di attività sul territorio trentino, l’elezione di Michele Comai rappresenta un passo imprescindibile nel coinvolgimento attivo delle persone con sindrome di Down nell’amministrazione dell’associazione. Sottolinea la necessità che quest’ultima sia gestita prevalentemente dai diretti interessati, contribuendo così a favorire la consapevolezza, la capacità progettuale e l’autodeterminazione delle persone coinvolte.